C’era una volta Wojtek un orso soldato…
In Polonia gli orsi vengono arruolati nell’esercito.
E in Italia? In Italia non solo agli orsi preferiscono cani e porci, ma in Italia gli orsi li “rimuovono”.
E ovviamente per rimozione s’intende esecuzione.
Chissà se un giorno emetteranno una bella ordinanza di rimozione anche per gli occupanti di quella ricca e florida riserva naturale di Montecitorio?
Polemiche a parte, quella mattina avrei potuto fare una di quelle carrambate storiche: già mi pregustavo un book fotografico insieme alla statua gigante di Wojtek orso soldato ed eroe nazionale dei polacchi (e anche mio).
La storia di Wojtek Orso soldato polacco
Un orso che ha preso parte a numerose campagne di guerra in Medio Oriente, in Africa e anche in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale; se arrivate fino in fondo all’articolo ve ne racconterò la storia, ma ora lasciatemi tornare a quel mattino di inizio dicembre a Cracovia.
Orsa was here
Freddo anzi freddissimo. La graziosa pensione affacciava su un cortile con giardino, che al mio risveglio era candidamente ricoperto da una soffice – e scivolosa – coltre di nevischio.
Quello era l’ultimo giorno a Cracovia e il programma prevedeva un doveroso omaggio alla statua di Wojtek l’orso soldato.
Dovevo aspettarmelo. Già il ghigno sinistro di Winnie the Pooh (a proposito, ma cosa ci fa Winnie the Pooh nella camera di una pensione?) era foriero di cose non belle.
Comunque esco, destinazione Jordana Park, a circa due chilometri a piedi dalla mia sistemazione.
Sono le 7:30 del mattino, un vento freddissimo mi sferza le guance e a terra sul vialetto lastricato c’è del ghiaccio mimetizzato tra la neve e quegli odiosissimi nani da giardino.
Ve la faccio breve. È un attimo e mi produco in una rovesciata a gamba tesa che avrei potuto diventare il remake 2.0 dello storico giocatore della Panini.
La prima reazione è stata alzare lo sguardo sulle balconate in alto, e subito dopo guardarmi indietro per sincerarmi di quante persone abbiano assistito alla mia figuradimerda.
Sapete, ho la fobia di finire sul web a mia insaputa.
La seconda reazione invece è stata un breve cortometraggio nella mia mente che iniziava in ospedale in sala gessi, e finiva all’aeroporto di Napoli con il personale di terra che veniva a recuperarmi con la carrozzina.
Porca miseria ci mancherebbe… l’Orsa In Carrozzina!
Comunque una bella botta all’osso sacro quel mattino mi impedisce di coprire i due chilometri a piedi nel nevischio polacco.
Ciao Wojtek Orso soldato e ciao Cracovia!
Dopo un’oretta di riposo nel tepore della camera, decido di passare la mattinata in un bistrò per poi raggiungere (con molta calma) l’aeroporto per ritornare in Italia.
Certo è stata una piccola caduta innocua, niente di più, ma poteva andarmi veramente MA VERAMENTE male.
Considerando la mia modalità di viaggio breve, in passato non avevo mai preso in esame la possibilità di stipulare una polizza viaggi ma dopo episodi come quello della maledetta tangenziale di Napoli, dopo la caduta a Cracovia, e dopo lo sciopero dei trasporti aerei del venerdì nero a Brema, beh onestamente ora mi tocca rivalutare la cosa.
Ma torniamo a Wojtek Orso soldato
Era tanto che volevo parlarvi di lui, poi i recenti fattacci in Trentino hanno scosso il mio campanilismo plantigrado e mi hanno spinta a ravanare nelle bozze dimenticate di WP.
Occhio che questa non è una storiella inventata davanti ad un bicchierino di buona Vodka polacca, questa è una storia incredibilmente e meravigliosamente vera!
Bruno, forte, alto più due metri. Un soldato impavido e un valoroso compagno d’armi: praticamente il mio Orso ideale!
La storia di un orso eroe
Wojtek l’orso soldato, è stato la mascotte del 2° Corpo d’Armata dell’Esercito Polacco, precisamente della 22° Compagnia Trasporti, dal 1942 al 1947.
In realtà era molto più che una mascotte, Wojtek era uno di loro: marciava, trasportava le munizioni, amava la birra e ha partecipato a diverse campagne italiane durante la Seconda Guerra Mondiale, tra cui quella di Cassino e di Bologna.
Tali imprese belliche diedero vita ad un forte legame fra Italia e Polonia, tanto che una statua del valoroso soldato peloso campeggia anche a Imola, la cui liberazione avvenne proprio per mano (e per zampa) del 2° Corpo d’Armata.
Apri la boccuccia che arriva l’aeroplanino… aaaaahmmm
Wojtek, un orso bruno europeo, fu trovato orfano e moribondo nel 1942 in Armenia, sulle aspre montagne della provincia persiana di Hamadan. Un pastore locale lo raccolse e lo cedette all’esercito polacco (sul posto per esercitazioni militari) in cambio di alcune confezioni di carne in scatola.
I soldati curarono la pessima salute di Wojtek nutrendolo con latte condensato e (pare) fiaschette di vodka.
Fu chiamato Wojtek, il diminutivo del nome polacco Wojciech, traducibile come “gioia e conforto dei soldati“. Un nome decisamente azzeccato!
Inutile dire come Wojtek divenne all’istante la mascotte della Compagnia. Viveva nelle tende con i soldati, mangiava, giocava con loro e addirittura fu addestrato al saluto militare.
A quell’epoca, tra i soldati, non era inusuale avere degli animali come mascotte: il fine era quello di tenere alto il morale rallegrando, certo nei limiti del possibile, la tragica esperienza della guerra.
Alcuni commilitoni erano soliti adottare cani, gatti, asini, maiali o caprette. Ma un orso decisamente non si era mai visto prima del buon Wojtek che, col tempo, crebbe fino a pesare oltre 250 chili.
Nel 1944 i soldati polacchi sbarcarono in Italia raggiungendo Cassino nella primavera dello stesso anno.
Fu qui che Wojtek ebbe un ruolo decisivo nel trasporto e nel rifornimento di munizioni dai camion alle batterie.
Pensate che ogni cassa di munizioni conteneva quattro colpi di artiglieria pesante e pesava la bellezza di 40 chili.
Noncuranti delle esplosioni e dei contraccolpi tedeschi, Wojtek e i soldati polacchi furono in prima linea nella campagna di liberazione di Cassino nella notte fra l’11 e il 12 maggio. Roma fu liberata una ventina di giorni dopo.
Alla fine della guerra, Wojtek divenne il simbolo ufficiale della 22esima Compagnia: ancora oggi il gagliardetto raffigura infatti un orso che imbraccia un bel suppostone di artiglieria.
Nel 1948 gran parte dei soldati dell’esercito polacco fu trasferito in Scozia, Wojtek compreso, al quale venne data la cittadinanza onoraria di Edimburgo.
Questo purtroppo si tradusse di fatto in un trasferimento immediato nello zoo della bella città scozzese.
Wojtek orso soldato, dall’azione delle trincee di guerra alla tristezza delle sbarre di una gabbia
Wojtek infatti non si abituò facilmente alla vita in cattività. Non venne mai maltrattato ma si intristì come una sorta di veterano, come un reduce di guerra in pensione.
Morì nel 1963 all’età di 21 anni, e la sua morte fu riportata su tutti i media britannici in segno di lutto e di grande rispetto per l’orso eroe.
Oggi Wojtek possiede statue commemorative in diverse località del mondo. Dallo zoo di Edimburgo all’Imperial War Museum di Londra, dal Canadian War Museum di Ottawa a Cracovia, fino alla nostra Imola (foto in basso).
Magari durante i vostri viaggi vi siete imbattuti in un suo memoriale senza saperlo!
Wojtek in Polonia è considerato un vero e proprio eroe peloso, alla stregua di altri grandi personaggi militari nazionali, e viene spesso citato nei libri di storia e nei fumetti.
La sua immagine campeggia sulla livrea dei Lothian Buses di Edimburgo e addirittura gli è stata dedicata una birra in edizione limitata.
Woitek in un’illustrazione durante la liberazione di Cassino
La statua in bronzo di Wojtek, quella che avrei voluto fotografare a Cracovia, è alta 2,3 metri e si staglia fra una serie di busti di illustri personaggi polacchi.
La si può scorgere da lontano passeggiando nel cuore verde di Cracovia, il Jordana Park.
Se passate da quelle parti vi prego, fate uno scatto a Wojtek orso soldato e mandatemelo!
Laddove non specificato le foto sono tratte dal web
Non conoscevo questa storia, bella e commovente. Non sapevo nemmeno che ci fosse l’usanza di avere delle mascotte nell’esercito, e immagino che l’orso con la sua stazza sia stato abbastanza impegnativo per i soldati polacchi 😉 Ma evidentemente hanno imparato a condividere tutto con lui, e Wojtek li ha ricambiati con il suo affetto – e l’aiuto prezioso nei trasporti!
Terribile la caduta: io ne ho fatta una simile negli Stati Uniti anni fa: capriola giù per le scale senza buttare le mani perché stavo tenendo il computer del mio collega e non volevo rovinarlo. Non mi sono rotta niente ma ero un livido e un dolore unico dai gomiti alle ginocchia. Non avevo fatto l’assicurazione e nei pochi secondi di volo giù dalla scala, anche io mi sono fatta il film che comprendeva corsa in taxi, pronto soccorso, radiografie, sala gessi, sedia a rotelle e “rimpatrio della salma” 😉 Ma per fortuna sono solo rimasta ammaccata per il resto del viaggio. Ora che l’età avanza mi sa che ci devo pensare all’assicurazione di viaggio!
Buon inizio di settimana 🙂
Non l’ho scritto nel post ma ho letto di soldati che giocavano con lui a lotta greco-romana. I racconti dei veterani di guerra polacchi narrano che l’orso li facesse vincere di proposito…che tenerone! 🙂
Sul “rimpatrio della salma” ho rischiato di affogarmi dalle risate hahahah! 😛
In un’ipotetica partita doppia di tennis fra noi due contro la coppia ghiaccio-scalini la vedo proprio brutta ahahahh 😀
Buon inizio settimana anche a te Silvia e come sempre grazie per passare da queste parti 😉
Non conoscevo la sua storia.. bellissima oltretutto! Grazie Orsetta :*
Ciao Rita! 🙂 Gli orsi fanno sempre colpo…non è un caso che il peluche con le sue fattezze sia l’articolo forse più venduto al mondo! 😉
Grazie a te per essere passata!
Bel post!
Condivido quello che hai scritto, con tutte le “risorse ” che si hanno bisognava ricorrere alla soluzione finale? Mah.
Grazie Enri!
La cosa triste è che qui, in questo paese (e lo scrivo con la minuscola), non contiamo niente di niente. Fanno quello che vogliono e basta! 🙁
Figurati, grazie per aver scritto un post intelligente sull’ Orso / Orsa.
Polemica giustissima la tua, quanto lessi la notizia avevo voglia di prendere un aereo e dar due ceffoni (anzi due pallini nelle pxxxe) a questi disgraziati, assassini….
Non amo molto l’utilizzo di animali per nessun fine. pensa che non ho mai dato soldi a zoo (tranne quello di Lisbona che in realtà è un centro di cura/recupero), circo (con animali) e nemmeno durante i viaggi ho mai pagato nessuna attrazione dove direttamente o indirettamente venissero “usati” animali.
Devo dire però che quell’orsacchiotto è stupendo, adoro gli orsi (te l’ho mai detto)? Ne “adottai” anche uno quando avevo 12 anni ed ero socia del WWF. 🙂
Mi dispiace per la caduta, gli infortuni in viaggio sono i peggiori. Per fortuna è andato tutto bene.
Bacini orsacchiosi cara!
E pensare che non è stata l’unica volta: l’esemplare precedente DICONO che sia stato ucciso con un eccesso di tranquillante nell’iniezione…ma la raccontassero a qualcun’altro! 🙁
Ennò, non me l’avevi detto che adoravi gli orsi *_* Ma sai che quasi quasi lo adotto anch’io?
Niente sala gessi per fortuna hahahaha! Grazie per essere passata un bacio anche a te 😉
Ne inventassro di migliori -_-. Quando lo adottai mi inviarlono una bella pergamenta con un orso e un orsacchiotto che cercavano di prenedere una mela d’alabero. Me la ricordo ancora <3 BACINI
Davvero anche l’orsacchiotto? Che cosa carina *_* ero rimasta alla sola pergamena con certificato di adozione! :**
È ciò che era disegnato sulla pergamena 😉
Ah ecco…scusami ma in questo periodo sono stracotta! 😉
Conoscevo la storia di Wojtek ma fa sempre piacere rileggerla 🙂 non sapevo però ci fosse una sua statua nella ridente Imola! 😀 comunque finché sei in Unione Europea con assicurazioni/ospedali alla fine te la cavi, la tessera sanitaria aiuta molto. L’estate scorsa mia madre qua in Ungheria ha fatto un volo dalle scale allucinante sbattendo pure la testa. L’abbiamo portata subito al pronto soccorso di un ospedale pubblico dove le hanno fatto di tutto, dalle lastre alla tac passando pure per l’ecografia. Fortunatamente niente di rotto e pur non avendo un’assicurazione privata non abbiamo dovuto pagare nulla. Però sì, fuori dall’UE sempre meglio stipulare l’assicurazione, io lo faccio sempre!
Un abbraccio cara!
Si Giulia tra l’altro è notizia di questi giorni che finalmente Wojtek avrà il suo monumento anche nella stessa Cassino (e finalmentedirei che era ora!) 😀
Caspita è vero, non avevo riflettuto sulla tessera sanitaria valida in tutta Europa! 😛
Ciao ti abbraccio anch’io! 😉
Non conoscevo la storia di Wojtek, devo ammettere che mi ha commossa! Amo molto gli animali e non posso che essere d’accordo con quello che pensi sui fatti recenti accaduti in Italia che ti hanno spinta a “rispolverare” dalle tue bozze questo articolo. Meno male che la caduta non ha avuto conseguenze, purtroppo a volte ci si infortuna nei modi più impensati (te lo dire una che è riuscita a slogarsi la caviglia da bambina in casa per correre a vedere un goal della Nazionale azzurra, quindi figurati cosa potrei combinare sul ghiaccio! 🙂 )
Addirittura Serena?! Ma allora eri una tifosa sfegatata a livelli da CurvaSud anche da bambina! 😀 😀
A volte le istituzioni davvero non le capisco. Prendono gli orsi, li sradicano dai loro ambienti naturali nel cuore delle foreste europee, li portano in Trentino per ripopolarlo e poi che pretendono se gli esemplari reagiscono di fronte alla presenza umana (e del cane che pare abbia provocato l’orso)!
Hahah per il ghiaccio ti consiglio le scarpe chiodate! 😀 😀 Ciao e grazie per essere passata!
Dunque, dunque, da dove cominciare?
Beh, intanto bella la storia di Wojtek, non la conoscevo affatto. Chi meglio di Orsa nel carro avrebbe potuto raccontare le vicende di un orso?
L’assicurazione medica io la faccio sempre, anche in caso di viaggi brevi. Per fortuna fino ad oggi sono stati soldi “sprecati”, perché non l’ho mai utilizzata, ma nel dubbio è sempre meglio essere coperti. On line ne trovi a decine molto convenienti.
Alla frase “un orso che imbraccia un bel suppostone di artiglieria” sono scoppiato a ridere sguaiatamente in ufficio.
Quanto all’abbattimento dell’orsa in Trentino, meglio evitare ogni commento perchè potrei scadere nello scurrile.
Ma infatti, evitiamo commenti scurrili và! Che poi se vogliamo, Piazzale Loreto plantigrada poteva essere evitata col metodo Masai:
“Sciò, micio, sciò!”…Lovisolo Docet 😉 😛
Grazie per essere passato e per aver apprezzato! 🙂
Comunque dovevi avvisarmi! Sono arrivata qui, convinta di trovare un nuovo post sull’aviazione….e mi sono trovata a piangere come un vitello su una spiaggia thailandese. Oh mamma, questa storia mi ha fatta emozionare di brutto, anche se alla fine mi ha spezzato il cuore. Tu pensa che non solo io non la conoscevo, ma essendo stata ad Edimburgo, vivendo non lontano da Imola, dovrei aver visto le effigi di Wojtek, invece non ci ho mai fatto caso!
Una bellissima narrazione coinvolgente Dani, una storia raccontata con una sensibilità ed un affetto, con una conoscenza, che hanno saputo veramente fare breccia in me.
A proposito di organi spezzati: mai, mai, mai, dico MAI, partire senza assicurazione! Lo so che in Europa bene o male siamo coperti da tessera sanitaria europea ma, seriamente, ci sono troppe incognite per poter stare tranquilli!
Un bacio grande,
Claudia B.
Quello che dite tutti è vero ed io praticamente ho rischiato tutte le volte…porcamiseria adesso ho i brividi!
Per la storia di Wojtek diciamo che potevano trovare una soluzione diversa dalle sbarre di uno zoo, sarebbe stata una fine più dignitosa per un servitore della Patria! 😉
Grazie per le tue parole Clà, un abbraccio dall’Italia! <3
Non ci posso credere, che storia assurda e commovente!
Non la conoscevo proprio nonostante io sia stata ad Edimburgo ma ovviamente la toccata e fuga non mi ha permesso di scoprire qualcosa su Wojtek.
Comunque veramente da brividi il problema che si crea anche in europa per le questioni sanitarie….bah!
Un bacione Orsa! <3
Già speriamo di non doverle mai affrontare! 😉 Io di Wojtek sono venuta a sapere quando ho cominciato a programmare il viaggio in Polonia, cercando negli immediati dintorni mi sono imbattuta sulla storia di questo orsacchiotto con i gradi ^_^
Ciao Lu, grazie per essere passata!
Che bella storia….davvero degna della tua “famiglia di orsi”, che onestamente trovo che siano degli animali favolosi. Non so cosa darei per incontrarli nel loro habitat naturale! *_*
Ci sono culture e culture e non sai quanto ti ho pensata quando ho sentito di quella vicenda disumana: non mi definisco un’animalista, perché non lo sono affatto (anzi, se conosci una lega anti-piccioni&formiche fammi sapere), ma non concepisco le azioni fatte con “criminalità”, ai danni di chiunque.
Meno male, però, che più spesso che no si ascoltano storie come questa. ^_^
Ehi, occhio al popò…il mio ancora mi accusa di una caduta in montagna.
Un bacio! :*
A chi lo dici!!! *_* …con lieto fine però l’incontro! 😛
Guarda, sono presidente onorario della lega nazionale anti-zanzare, ti mando la tessera associativa? 😀 😀
I dolori da botte sul popò sono dei gran traditori…quando meno te l’aspetti ti vengono a trovare anche a distanza di mesi.
Grazie per il tuo commento e per il pensiero 😉
Non conoscevo questa storia! E il bello è che a Cracovia ci sono anche stata ma ho perso la visita alla statua dell’orso! 🙁 Quando e se un giorno ci tornerò, la visiterò sicuramente! 🙂
Per le caduta sulle strade ghiacciate stai parlando con un’altra esperta, non me ne faccio mai mancare, in qualunque luogo e in qualunque situazione! 🙂
hahahahh collega di cadute sul ghiaccio! E dire che avevo anche gli scarponcini!
Ci vedi insieme piroettare su una pista di ghiaccio con i pattini?! Altro che la Kostner 😀 😀
A presto! 😉
Che storia! Mi sono appassionata moltissimo, credevo fosse uno scherzo XD
I miei nonni sono di Cassino, entrambi hanno vissuto questo orribile periodo (mio nonno è partito anche per la guerra in Polonia). Se potessi, correrei da mio nonno per chiedergli se era a conoscenza di Wojtek.
Riguardo le “scivolate” mi dimentico sempre di controllare se la mia caduta è finita sul web: pioggia, scarpe di gomma, sto facendo tardi al lavoro, corro per la scale della metro e SBAM, finisco con il sedere per terra e faccio tutte le scale da seduta. Ho portato i lividi per mesi…
hhahahah Cris ormai ho talmente una brutta nominata che effettivamente storie come queste possono sembrare uno scherzo se raccontate sul mio blog 😛 Davvero i nonni di Cassino? *_* Fatti raccontare tutto Cris e poi fammi sapere! O magari scrivi un post! 😉
Oddio che mega cadutone….ho sentito il dolore fin qui! E anche le risate di tutta la metro si sono sentite fin qui! 😀 😀
A presto un bacione!
Orsa… mi sono commossa.
Non conoscevo questa bellissima storia, grazie per averla raccontata. Ho visto la statua ad Edimburgo ma non mi ci sono soffermata, anche se mi aveva incuriosito. Che vita ha vissuto il grande Wojtek!
Non ho in programma gire a Cracovia, ma semmai dovessi andarci in futuro cercherò la statua solo per te <3
Visto che giri strani fa la vita?
Dopo diverso tempo dovevi fare la conoscenza di una collega blogger per sapere i dettagli della storia di quella statua! 😉 E il giro ancora più strano sarà quando andrai a Cracovia e farai lo scatto a quell’altra statua, me lo manderai e io scriverò un altro post…solo per te 😀 😀 hahahah grazieee! :*
Commoventissima la storia di Wojtek, Orsa, non la conoscevo per niente. Strano che non ci abbiano fatto un film, è una vicenda così particolare… L’immagine dell’orso che porta il “suppostone” di artiglieria sembra la copertina di un fumetto con protagonista un orso super eroe, davvero molto bella. Meno male che non ti sei fatta niente con quella caduta…Io ho una paura marcia del ghiaccio…
Ti abbraccio Dani!
E’ vero Alessia il film! *_* Strano davvero! Su youtube è pieno di documentari su Wojtek ma effettivamente ci uscirebbe uno di quei filmoni spaccabotteghino, già ce lo vedo a firma di Spielberg o di Jean-Jacques Annaud (il mio regista preferito) 😉
Ah il ghiaccio….lasciamo stare 😛
Ti abbraccio anch’io! 🙂
Che storia commovente! Non la conoscevo e se capiterò in una delle città da te citate lo andrò a cercare!
Una sana risata però me l’hai strappata al grido “un orso che imbraccia un bel suppostone di artiglieria”
Graziemille Erica! Se poi pubblichi qualche scatto sui social mi raccomando taggami! <3
hahaah quell'espressione effettivamente fa specie! 😛 😀 😀
Grazie per essere passata 😉
Sogno o son desta? Ero convinta di aver commentato questo post e invece mi sà che devo averti deliziata di qualche papiro su twitter. Che dire? Davvero curiosa la storia di quest’orso. Non lo conoscevo prima del tuo post.
Ti evito un secondo papiro! 😉
Si, mi avevi scritto su Twitter il tuo pensiero! Bella l’idea che hai avuto a proposito dell’insegnamento! Tienila da parte che sicuramente verrà il tempo di applicarla ai tuoi giovani virgulti! 😀 😀
A presto e grazie Tizzi!
Adoro gli orsi, tutti. Bruni, polari, morbisosi panda..
Sai mi hai fatto riflettere su una cosa: tutti i bambini che appartengono ad una certa fascia di età (non so oggi se sia ancora così) ricevono il loro primo orsacchiotto quando sono ancora in culla. Abbiamo ricevuto una sorta di imprinting all’amore verso ogni forma di Teddy Bear 😀 Devo chiedere ai miei se il mio orsacchiotto fosse particolarmente grande da farmici restare “secca” hahahah 😛
Grazie come sempre Simona! 😉
Sono assolutamente d’accordo con te in merito all’imprinting!Io sono cresciuta in una stanzetta che era un tripudio di oggetti a tema bosco con alberi ovunque e dammi un bosco e mi fai la persona più felice del mondo.Alla mia nipotina ancora in culla ho regalato il peluche dell’orso knut come souvenir di viaggio da berlino e pure lei ha sviluppato una passione per gli orsacchiotti e gli animali in generale!
Si mi pare che me l’avessi detto di aver “traviato” la nipotina hahahah 😀 😀 😀
Non esagero se affermo che si dovrebbe insegnare ai bambini il rispetto per gli animali e l’amore per il viaggio prima ancora dell’educazione e del senso civico…cose che tanto verrebbero da sole grazie ai primi due principi! 😉
Notte!