Le Mont Saint-Michel.
Forza, ripetete insieme a me: Le Mooont Saaaint Micheeel.
Non ha forse un suono ammaliante, seducente, dal potere quasi ipnotico di un incantesimo?
Questa è la seconda volta che un’isola francese tenta di impadronirsi del mio raziocinio.
Dopo l’Isola d’If, nota come la prigione letteraria del Conte di Montecristo, eccomi subire un’altra dura mazzata.
Ci dev’essere qualche sortilegio nelle acque dei mari francesi, e questa Merveille me ne ha dato la conferma.
Sì, c’è magia a Mont Saint-Michel!
Fra cielo e mare
Proprio come nelle illustrazioni fantasy, l’isola si mostra da lontano come una fortezza avvolta dalla bruma che sale dal mare.
Difficile frenare il cervello nelle sue galoppate divaganti: visitare Mont Saint-Michel è forse una metafora per i non credenti come me?
La sua silhouette già da decine di metri di distanza sembra dire: dai avvicinati e scopri quanto siano belle ed appaganti l’osservanza e la devozione una volta superato il muro di nebbia della ragione.
Proprio non è da me, forse sto davvero divagando, ma è impossibile dissociare Mont Saint-Michel dal discorso fede & religione.
Non ci sarebbe oggi MSM se non fosse stato per la devozione della comunità di religiosi locali che nel 709 posò la prima pietra di quella che sarebbe diventata l’Abbazia che emerge dalle sabbie.
E non ci sarebbe oggi MSM se non fosse stato per l’eterna lotta fra il bene e il male.
Quando l’Arcangelo Michele capo delle milizie celesti, colpì Lucifero brandendo la sua spada per ricacciarlo nell’oscurità, con quel fendente disegnò uno “squarcio”, una direttrice terrestre lungo la quale nei secoli si sarebbero registrate le apparizioni dello stesso Arcangelo guerriero.
Lungo questo fendente immaginario sono sorti alcuni fra i maggiori santuari a lui dedicati: la suggestiva grotta di Monte Sant’Angelo in Puglia, l’imponente Sacra in Piemonte e Mont Saint-Michel in Normandia, tutte mete di pellegrinaggi dall’antichità fino ai giorni nostri.
E chissà cosa devono aver pensato quei pellegrini dei secoli bui attraversando i pré salé (prati salati) per giungere al cospetto di questa Abbazia arroccata fra cielo e mare.
Sarà forse sembrata come un miraggio che emerge dalla sabbia durante la bassa marea?
Di certo quello che ho pensato io è che il profilo di MSM sembra un grandioso portale per il passato.
E trascorrere 24 ore fra le sue mura, è stato proprio come tornare indietro fra le fredde e possenti braccia del Medioevo.
Per arrivare a Mont Saint-Michel ho percorso un brevissimo tratto della Via Michelita, forse meno famosa delle colleghe più battute come il Cammino di Santiago o la Via Francigena, ma decisamente più enigmatica e misteriosa.
Una via che sulla mappa appare come una direttrice diagonale che unisce monasteri, santuari e luoghi di culto, tutti baluardi dell’angelo con la spada che ha battuto il drago.
(non sono gli unici, lungo la diagonale ce ne sono tanti altri)
Nel caso di MSM, la leggenda narra che fu lo stesso Arcangelo Michele a rivelarsi per ben tre volte al vescovo Saint Aubert di Avranches, per invitarlo ad erigere su questo scoglio roccioso un santuario – ça va sans dire – in suo nome.
Dopo due richieste inevase, alla terza apparizione, Michele toccò il capo del vescovo bucandogli letteralmente il cranio con un dito.
Per inciso, oggi la reliquia di Sant’Aubert con il suo cranio “bucato” è visibile nella basilica di Saint-Gervais e Saint-Protais di Avranches.
E dunque è grazie al volere dello stesso Arcangelo Michele, che oltre tre milioni di visitatori ogni anno possono visitare questa fortezza del bene che domina l’intera baia.
Sì, avete letto bene, tre milioni di visitatori. E fra questi anche io.
Ho scelto il mese di gennaio perché amo viaggiare in inverno, amo il freddo e amo alla follia il dramma che è capace di sprigionare un bel paesaggio plumbeo.
E Mont Saint-Michel non mi ha delusa. I suoi cieli grigi sono speciali, grevi solo nell’aspetto, ma leggeri e immensi.
E il vento! Il vento freddo della Normandia è carico di salsedine, porta con sé le urla dei gabbiani ed è tremendo!
È gelido, sferzante, aggressivo e brutale.
Ma è capace di accarezzarti l’anima con altrettanta violenta dolcezza.
Anche la notte del 26 gennaio il vento ha soffiato in quel modo
Sono sulla passerella di legno che unisce MSM alla terraferma. Il suo profilo inconfondibile si delinea sempre più nettamente, metro dopo metro, passo dopo passo.
Mentre le guglie dell’Abbazia svettano sempre più grandi e nitide davanti a me, non desidero altro che varcare quel portale per il Medioevo.
Quasi non mi accorgo di correre superando decine di asiatiche in abiti primaverili con bufera in arrivo.
Certi turisti sembrano obbedire a qualche oscuro comandamento: o fashion o la morte.
Anche questo è un aspetto che mi spinge a viaggiare in pieno inverno: evitare come la peste le orde di turisti. Ma Mont Saint-Michel a quanto pare non conosce basse stagioni.
Ma va bene così.
Gli ultimi metri sono quelli più emozionanti, varco l’antica Port Du Roi ed eccolo l’impatto con la storia. Ragazzi, visitare Mont Saint-Michel non è non una gita turistica, ma un’esperienza!
E poterci addirittura soggiornare è come essere prigionieri di una beata illusione.
Nell’immaginario di tutti questa è l’epica isola delle maree, dove la differenza fra turismo e misticismo è tutta fra qualche centinaia di erti gradini di pietra.
Sì, MSM è tutta in salita, un dedalo di viuzze che si dipanano dalla Porta del Re fino in cima alla magnifica Abbazia benedettina.
Poco più che un piccolo e grazioso villaggio fatto di locande, negozi di souvenir, ristoranti, alloggi per gli abitanti (una quarantina di anime privilegiate), giardini nascosti e anche un minuscolo cimitero.
A proteggere tutto questo, una poderosa cinta muraria e bastioni dai quali ammirare lo spettacolo delle maree.
E poi ci sono loro, i gabbiani.
Gabbiani ovunque e comunque.
Mi piace pensare che siano i guardiani, i soldati dell’Arcangelo Michele pronti a difendere il suo superbo baluardo sul mare.
Ma è stato al calare della notte che ho fatto i conti con tutto il fascino ultraterreno di Mont Saint-Michel.
Quando gli ultimi turisti sono andati via e la marea ha restituito l’isola al mare, è lì che MSM torna ad essere un luogo sacro, silenzioso e solo per animi pellegrini.
Senza lo slalom fra la folla e senza le colorate botteghe di souvenir a distrarre l’occhio, la Grande Rue torna ad essere quell’antica strada maestra per l’ascesa al contatto con Dio.
È fantastico avere tutto questo solo per me.
Ma piove e fa molto freddo, tuttavia ancora non mi va di chiudermi in camera o in qualche taverna.
Ho il viso chino a terra per evitare le sferzate della pioggia (l’ombrello è perfettamente inutile), ma il vento che gioca con le insegne delle antiche locande mi costringe ad alzare lo sguardo.
E all’improvviso la vedo.
(perdonatemi la qualità delle foto)
Eccola l’Abbazia! Illuminata sembra ancora più austera e possente nel suo mix di stili carolingio/romanico/gotico fiammeggiante.
I fasci dei potenti riflettori illuminano le guglie incrociandosi oltre la statua dorata di San Michele a 170 metri salendo ancora più su, in un cielo che più nero non si può.
Mi soffermo ad osservarla ancora un po’, questa volta incurante della pioggia sul viso.
Ma sta veramente montando la bufera, riesco a sentire le onde che si infrangono sulle mura del lato Est.
È molto tardi ed è ora di rientrare in camera, dopo il lungo viaggio ho solo voglia di sprofondare nel materasso e sognare di essere il quarantunesimo abitante di questo posto speciale.
Ancora non sapevo che da lì a poche ore avrei fatto colazione con un buonissimo pain au chocolat con vista baia e sottofondo La Vie En Rose.
Cosa vedere a Mont Saint-Michel
Chi arriva a Mont Saint-Michel la prima cosa che vuole visitare è l’Abbazia benedettina. Ed è quello che ho fatto anch’io.
Se la Grande Rue, il villaggio con le sue casette a graticcio e le mura sono un pass per il Medioevo, entrare qui dentro equivale ad acquistare un biglietto per l’estasi.
Tutta l’Abbazia è un capolavoro di architettura notevole e immane.
Si piomba in uno stato di completo mutismo, è il caso di dire una visita in “religioso e totale silenzio” ad ogni passo: dal refettorio alla sala dei cavalieri al chiostro che sembra uscito da un racconto di Tolkien, fino al sagrato della chiesa posizionato sul punto più alto.
È quassù che il vento è talmente forte da strapparti via lo smartphone delle mani, è quassù che il panorama sulla baia immensa ti lascia senza fiato.
È quassù che sembra di volare insieme ai gabbiani ed è quassù che… no non dico altro, lascio parlare le foto.
Ma cosa vedere a Mont Saint-Michel oltre l’Abbazia? L’isola ospita ben 3 musei che raccolgono oggetti, arredi e suppellettili appartenuti ai suoi abitanti dei secoli scorsi. Uno di questi musei è interattivo e mostra ai visitatori il funzionamento delle maree.
Poi c’è la piccola chiesa parrocchiale di Saint Pierre con l’effige di Giovanna d’Arco posizionata al suo ingresso: intima, bellissima e perfetta per un minuto di raccoglimento spirituale (che siate credenti o no).
Poi la passeggiata lungo le mura, La Tour Gabriel, la piccola Chapelle Saint-Aubert raggiungibile soltanto con la bassa marea e ovviamente la passeggiata nella baia.
A proposito, mi raccomando di non allontanarvi troppo a causa della presenza di buche pericolose con effetto sabbie mobili. Inoltre controllate sempre gli orari delle maree: si dice che salgano alla velocità di un cavallo al galoppo! Io l’ho vista ritirarsi e la similitudine non si discosta molto dalla realtà.
Cosa mangiare a Mont Saint-Michel
Ristoranti, caffetterie, paninoteche, bistrot, ce n’è per tutti.
Tuttavia c’è un problema: scegliere dove e cosa mangiare a Mont Saint-Michel è una decisione ardua perché i localini sono uno più bello dell’altro. Se vi soffermate di giorno io consiglio quelli sulle mura di cinta con affaccio sulla baia, di sera quelli più intimi e suggestivi della Grande Rue.
Il piatto tipico di MSM è l’omelette. C’è chi la cuoce sul fuoco di un enorme camino come nelle cucine di La Mère Poulard, l’antica locanda che porta ancora il nome della donna che accoglieva e sfamava i pellegrini fin dal 1888.
Le sue omelette, allora come oggi, sembrano degli enormi e soffici soufflé. Oggi la preparano un po’ tutti a MSM, ma soffermatevi ad osservare gli chef della Mère Poulard che montano le uova nella cucina a vista, con ritmi quasi da balli caraibici.
Poi ci sono le Moules à la Normande (cozze alla normanna), D E L I Z I O S E! Più piccole delle nostre cozze convenzionali e cucinate con una crema a base di burro e panna aromatizzata con spezie e cipolla. Io sono andata giù di scodellona senza sentirmi male, garantito!
Altro piatto tipico è la Galette Bretonne, una sorta di crêpe salata realizzata con farina di grano saraceno che le attribuisce la croccantezza di un centrino inamidato. Devo dire che è buonissima, io l’ho ordinata farcita al salmone e spinaci.
Ah, qui tutto viene servito con patatine, french fries ovvio.
Dove dormire a Mont Saint-Michel
A mio parere visitare Mont Saint-Michel senza passarci almeno una notte è un’esperienza a metà. Ho prenotato tramite piattaforma Booking.com una camera al Mouton Blanc in piena Grande Rue.
Pochi giorni prima del mio arrivo mi hanno informata che a causa di lavori di ristrutturazione mi avrebbero ospitata presso l’hotel La Mère Poulard con un piccolo upgrade gratuito della camera.
Camera molto carina con tutti i comfort e vista doppia sul mare e sull’Abbazia. Io ci ho dormito divinamente! Se state cercando un posto dove dormire a Mont Saint-Michel per provare l’esperienza di soggiornare intra muros, io vi consiglio questa struttura ad occhi chiusi. Così chic, deliziosamente vintage e tappa di tantissimi personaggi famosi dei secoli scorsi.
Visitare Mont Saint-Michel: come arrivare
Visitare Mont Saint-Michel senza la propria auto, contrariamente a quanto si possa pensare, non è affatto difficoltoso. MSM è raggiungibile tranquillamente con mezzi pubblici. Io sono partita da Rennes (base anche per chi arriva in treno da Parigi) con un autobus della linea Kelios che in poco più di un’oretta ha attraversato le belle campagne al confine fra Bretagna e Normandia. Vi lascio il link ufficiale per maggiori info su orari e prezzi.
Il capolinea degli autobus (e anche delle auto) si trova a pochi km dalla famosa passerella.
Qui c’è un centro turistico con toilette, alberghi, ristoranti, shopping e un immenso parcheggio per auto e caravan. L’ultimo tratto per raggiungere MSM è percorribile a piedi oppure con navetta gratuita (questa in foto) che vi lascerà a pochi metri dalla fine della passerella. Se il tempo lo permette, usate le gambe, non ve ne pentirete!
Visitare Mont Saint-Michel: tutte le info utili
Mont Saint-Michel è un’isola rocciosa “tidale”, cioè collegata alla terraferma da una lingua di sabbia che viene periodicamente ricoperta dalle acque in regime di alta marea. Pertanto vi invito a consultare il calendario ufficiale delle maree pubblicato sul sito dell’Ufficio del Turismo.
Ringrazio Julie dello staff dell’Ufficio del Turismo che è stata gentilissima nel fornirmi info utili e consigli per ottimizzare la mia visita. In programma avevo una passeggiata a cavallo nella baia che purtroppo è saltata a causa del maltempo, ma in compenso ho potuto esplorare la zona Ovest decisamente più bella, selvaggia e praticamente deserta.
Oltre il coefficiente 110, la marea è talmente alta da sommergere la passerella di quasi 14 metri, dunque l’isola non è più accessibile a piedi. Tenetene conto se arrivate con i mezzi pubblici in modo da avere margine per uscire dalle mura e raggiungere il capolinea degli autobus.
E tenete conto anche che nei mesi invernali a queste latitudini il sole sorge alle 8:30 passate!
Mont Saint-Michel è un luogo molto affollato soprattutto durante le ore centrali della giornata. Fortunatamente non l’ho vista con i miei occhi, ma chi c’è stato con il pienone ha affermato che La Grande Rue è letteralmente impraticabile. Magari prediligete la bassa stagione, i giorni infrasettimanali ed evitate le festività.
A MSM ci sono scale ovunque: negli alberghi, nei ristoranti e per strada. La salita per l’Abbazia è veramente sfiancante e in generale MSM non è easy da quel punto di vista: i millemila gradini non permetterebbero a carrozzine/passeggini di essere trasportati agevolmente.
Tuttavia nulla è impossibile, infatti durante le mie 24 ore ho notato persone claudicanti, anziani con stampelle e portatori di handicap muoversi sì con difficoltà, ma c’erano!
Ad ogni modo munitevi di tanta forza nei polpacci e soprattutto di scarpe comode. Credetemi, ho pianto di solidarietà per le asiatiche con i tacchi.
Niente, sono troppo felice di aver visto un luogo unico e speciale e dopo tanti anni finalmente ho potuto depennare almeno uno dei desideri della mia pazza Bucket List!
E adesso ricominciamo il mantra tutti insieme: Mooont Saaaint-Micheeel (correte a prenotare) MooonSaaanMisceeel…
Orsa, sei riuscita a riportarmi laggiù, su quell’isola unica al mondo, a respirare quell’aria colma di salsedine, circondata solo da vento e gabbiani. Un racconto pazzesco perché per un attimo mi sei sembrata la protagonista di un romanzo ambientato proprio nel Medioevo, una pellegrina che dopo tanto peregrinare giunge finalmente a destinazione con un misto di paura, curiosità, fede e mistero. Sei riuscita eccome a fare breccia in quel portale per il Medioevo! E poi, venendo alle cose più pratiche, che delizia di alberghetto che hai trovato… Le Mont Saint Michel è assolutamente una esperienza, prima di qualsiasi altra definizione
Alessia come ti ho detto su IG ti ho pensata tanto laggiù, soprattutto nell’abbazia! Sono passata proprio davanti all’hotel dove hai soggiornato e mangiato tu ma era chiuso per fermo annuale purtroppo. Avevo già sbirciato il suo menu da casa e “mi è rimasto qua” 😉 Effettivamente un pellegrinaggio lo è quasi stato…da Nantes a Rennes e poi da Rennes a MSM, il tutto con l’ansia fino ad una settimana prima che mi sopprimessero i treni a causa dello sciopero nazionale in Francia! Puoi immaginare l’incredulità e il sollievo di vederla da lontano! Sono stata benissimo e questo (inutile dirlo) finirà dritto dritto fra i miei viaggi del cuore <3
Ti ringrazio per i complimenti e te lo voglio proprio anticipare: il prossimo 31 ottobre, per la rubrica che tu sai, i protagonisti della storia sarete voi e MSM in un racconto interattivo! 😉 Ma shhhhh...non lo dire in giro 😛
Sono curiosissima
Sono felice che questo tuo sogno si sia realizzato! Ed è un sogno che condivido anche io: MSM con il vento, il freddo, la pioggia e senza gente. Quando ci sono stata l’ultima volta si poteva rimanere sull’isola anche la sera, e infatti noi ci siamo andati al pomeriggio e poi di nuovo dopo cena (eravamo in camper, in un campeggio non lontano). Era luglio per cui ti lascio immaginare la bolgia di gente: pomeriggio e sera, senza un attimo di tregua. Entrare nei negozi era impossibile, non parliamo poi di fare una foto o riuscire ad avanzare di qualche metro senza imprecare.
Ma in questa stagione è tutta un’altra cosa! Quando tornerò sicuramente passerò anche io una notte tra le mura. Sai che ricordo l’insegna dell’hotel La Mère Poulard?
Tra l’altro vedo che è anche stato semplice raggiungerlo con i mezzi: buono a sapersi!
Mammamia immagino! Quindi mi convinco sempre di più di aver fatto la scelta migliore ad andarci a gennaio (eppure la gente c’era). Si la Mere Poulard è lì praticamente da due secoli, allora accoglieva i pellegrini e oggi turisti e viaggiatori. Sono stati tutti gentilissimi fra le mura, addirittura l’addetta alla reception aveva studiato italiano all’Università ed è stata felicissima di poterlo rispolverare con me 😉 Nel caso Silvia, non portare con te l’ombrello (il vento lo disintegrerebbe subito) ma un bel poncho che ti lasci le mani libere di scattare e di goderti il posto (e il vento) incredibile! 😉
PS: se ti dovesse servire qualcuno che ti porti il bagaglio su per quelle scale io sono a disposizione eh! 😛
Grazie di tutto! <3
Foto stupende Orsa, il Mont Saint Michel è un posto davvero magico, soprattutto avvolto così nella nebbia! Mi fa venire voglia di tornare in Francia, non posso perdonarmi di essermelo perso!!!
Noooo che peccato che l’hai perso! Per quanto è bello e speciale varrebbe la pena anche organizzare un viaggio solo per trovarsi al suo cospetto e poi tornare a casa! 😛 Ti auguro di trovare presto una nuova occasione francese 😉 Grazie per i complimenti, le foto si sono praticamente scattate da sole! *__*
Chi non desidera visitare MSM? È una tappa imperdibile della Francia, un luogo unico al mondo. Hai fatto proprio bene a visitarlo in bassa stagione sia per l’assenza di orde di turisti sia per le condizioni climatiche che esaltano il luogo medievale. Una gran bella visita
Vero, ho cercato e trovato le condizioni ideali per immergermi nelle atmosfere medioevali! Bellissima visita davvero, fossi in te organizzerei un on the road in Normandia con il tuo El Andador: sai che viaggio spettacolare! *__*
Cara Orsa, leggerti è un piacere doppio perché MSM è un sogno che cullo da tempo e soprattutto perché oggi è più che mai difficile pensare a viaggi e sogni da realizzare. Mi hai per un attimo portata lì e iniettato una dose di ottimismo e di speranza. Ci vado presto, ne sono certa. Grazie.
Cara Daniela, finalmente posso commentare! Ho avuto 2 giorni pieni a lavoro ma scalpitavo. Ti dirò, ho letto il tuo articolo 3 o 4 volte. Ogni volta mi sembrava di essere lì, tra nebbia, cieli cupi e garriti di gabbiano. Ho sempre visto MSM coi colori della bella stagione ma mai avvolta dalla nebbia. Quanto può cambiare la percezione di un luogo! Ora, non mi fraintendere, MSM è sempre stato per me un luogo affascinante, ma non a tal punto da metterlo in cima alla lista dei luoghi da vistare. Invece con questa atmosfera cupa si è fatto prepotentemente largo. Sento proprio l’urgenza di vivere questa esperienza, dormendo lì, ma caspita, troppo tardi per trovare le stesse atmosfere! Come faccio a resistere fino al prossimo inverno??
Grazie per essere una fonte inesauribile di mete da sogno!
Grazie Simona! MSM d’inverno è solo per animi inquieti come i nostri…sempre noi del #teamInverno! 😉 Ti dirò, il tempo in Normandia è imprevedibile, secondo me anche nei mesi autunnali deve avere queste atmosfere mistiche. E poi durante le mie ricerche ho visto foto scattate a maggio che ritraggono persone super imbacuccate contro il vento freddo e con gli stessi cieli plumbei. Potresti farci un pensierino perché è facile azzeccare il brutto tempo lassù…un po’ meno azzeccare i momenti da vivere in solitudine! A gennaio c’erano molti hotel e ristoranti chiusi per il fermo annuale quindi anche gli ospiti fra le mura erano pochissimi. Nel caso affrettati, io ho prenotato a novembre per fine gennaio e già le disponibilità erano molto limitate 😉
Grazie ancora per le tue belle parole! <3
Che bello leggere il tuo post, e che bello ritornare con la mente a MSM! Grazie a te ho completo la finisce di questo luogo incantevole (noi eravamo tra i millemila visitatori giornalieri, unico punto a nostro favore è che siamo stati tra i primi della mattina ad entrare Intra Muros). Certo, anche solo per l’omelette de la Mere Poulard varrebbe la pena tornarci in questo luogo unico, dove il misticismo è un velo leggero che avvolge anche i non credenti.
Proprio così Claudia, è come dici tu: talmente potente da avvolgere anche i non credenti! Ah quella omelette 😛 ho mangiato veramente benissimo e l’accoglienza dei cugini francesi è da manuale anche a quelle latitudini e con quel numero di presenze! Che poi sai che ho scoperto che gli italiani che raggiungono MSM sono pochissimi? Male, malissimo, dovrebbe entrare nel radar di tutti gli italiani un posto così 😉
Ti ringrazio per le tue parole, mi fa piacere averti portata con me fra le nebbie della storia! 🙂
Miraggio: hai usato la parola esatta per descrivere questo luogo, che non ho mai avuto la fortuna di vedere, ma che ho sempre immaginato così, proprio come un miraggio, tra cielo, mare e nebbia. Al di là del gioco di maree, che per me è sempre stato tanto affascinante quanto incomprensibile, desidererei percepire quel vento sferzante ed incessante di cui parli, quel sapore di salsedine e vedere il volo dei gabbiani attorno ad un luogo che, nella mia mente, ha sempre avuto un qualcosa di mitico!
Sapessi da quanti anni sogno Normandia e Bretagna! Mont Saint Michel sarebbe il culmine di un viaggio in quelle regioni È spettacolare anche avvolto dalle nuvole, suggestivo a dir poco e come al solito lo hai descritto magnificamente, è stato come essere trasportati lì! Vogliamo parlare delle prelibatezze da assaggiare? La gallette la mangerei seduta stante!
Mooont Saaaint-Micheeel, Mooont Saaaint-Micheeel, Mooont Saaaint-Micheeel….. ripetuto ed ora per colpa tua mi è venuta voglia di tornarci e mi risuona in mente il ticchettio delle stoviglie per preparare la famosa omlette di La Mère Poulard. 😉
Felice che tu abbia potuto depennare un’altra meta della tua pazza lista. Curiosa di scoprire la prossima. :*
I sogni che si realizzano si portano dietro sorrisi immensi, come quelli che immagino sul tuo volto tra queste stradine (questa affermazione la faccio solo perchè so che a te piace il freddo, per me non esistono sorrisi sotto ai 27 °C). Io.. io.. io vorrei che se mai dovessi fare un filmino celebrativo della mia vita, fossi tu a raccontare; hai avuto la capacità di portarmi con te, in mezzo alla bufera, mi hai fatta ammutolire all’interno dell’Abbazia Benedettina, imprecare per le cinesi con i tacchi, desiderare quella omelette… e tante altre cose.
Già Alessia mi aveva fatto agognare questo luogo, ora te ci hai tirato il carico…. il mio cuore mi impone di prenotare a breve.