Nel Castello di Bran: un viaggio oltre la leggenda di Dracula
Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po’ della felicità che recate (Dracula, Bram Stoker)
Bella anzi, bellissima: una selezione di articoli sui Paesi dell’Europa dell’Est, una macro area dall’innegabile fascino decadente… e soprattutto low cost!
Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po’ della felicità che recate (Dracula, Bram Stoker)
Organizzare un viaggio a Kiev in autonomia è molto semplice. La Capitale dell’Ucraina è raggiungibile anche via low-cost da gran parte degli aeroporti italiani.
Io ho viaggiato con la compagnia Ernest Airlines che opera voli diretti per Kiev da Napoli, Milano, Bologna, Genova e Roma.
Nonostante le numerose opinioni sul web che praticamente hanno demolito questo vettore, io devo ammettere di aver viaggiato benissimo: imbarchi rapidi, voli puntuali e sereni insomma nessun intoppo …salvo le modifiche nei mesi precedenti circa giorni e orari di andata e ritorno, costringendomi a rivedere prenotazioni di alberghi e tour.
Vi confesso che c’è stato un periodo in cui avevo il terrore di aprire le mail!
Una tregua dalle tipiche città orientate al turismo: questa è stata Kiev per me.
Una sana tregua dal “cosa fare a Kiev” e “cosa vedere a Kiev” a tutti i costi.
Centrato l’obiettivo primario del mio viaggio in Ucraina – sto parlando della Zona di Esclusione di Chernobyl – tutto il resto è stato un piacevole vagabondaggio in una città che a tratti mi ha fatto completamente dimenticare di essere in piena ex Unione Sovietica.
Infatti senza nulla togliere alle capitali dell’Europa dell’Est viste finora, Kiev è a mio parere quella più bella. Ma proprio bella!
Quindi più che parlarvi di cosa vedere a Kiev, vi parlerò di cosa ho visto e cosa ho fatto io.
Le magliette a maniche lunghe sono ormai un lontano ricordo, ma è bastato il calo repentino delle temperature dei giorni passati a riportarmi con la mente al mio viaggio a Budapest.
Era lo scorso gennaio e, tanto per cambiare, era la settimana più fredda dell’anno (perché ormai il mio stalker di viaggio ha un nome e si chiama Burian).
Dopo aver descritto un itinerario classico ed un altro decisamente più insolito, ecco qualche consiglio utile su come muoversi a Budapest e dove dormire. (altro…)
Ci siamo, abbiamo prenotato volo e hotel ed ora? Ed ora viene la parte meno facile: stilare l’itinerario.
Una volta ero una vera e propria macchina da guerra ma con l’età sto cominciando ad abbacchiarmi a improvvisate dell’ultimo minuto oppure a decisioni prese sul posto in base alle condizioni meteo e ritardi sui voli🤘
Una buona soluzione sarebbe quella di partecipare a un free tour per iniziare a familiarizzare con il posto e capire come organizzare il tempo restante, su cosa focalizzarci e a quali attrazioni dedicare più tempo e approfondimenti.
Quanti di voi come me perdono il sonno (e anche il senno) per far coincidere orari dei mezzi, orari di aperture di musei e tempi di percorrenza indicati dal buon GMap?
Non so voi ma quando riesco a beccare un allineamento astrale perfetto io mi sento esattamente così: (altro…)
Una signora solenne e imponente, dal portamento sì imperiale, ma senza tirarsela troppo.
Questa è l’impressione che mi ha dato Budapest, splendida capitale dell’Est con della sostanza che ho apprezzato molto più dell’apparenza.
Excuse me, where I can found a horses? – sorriso ingenuo + spallucce
Do you speak english? – sorriso ingenuo + spallucce + cenno di no con la testa
E va bene proviamo con uno stentato francese seguito da un terribile tedesco: CHEVAL? PFERD? – sorriso interrogativo + spallucce + testa inclinata
Ok proviamo con l’italiano – Caa-vaaa-llllooo! – spallucce + risata + palmi delle mani alzate.
Rassegnata a vincere il premio come migliore figuradimmerda del secolo, mi lascio andare ad un pietoso nitrito HiiiiiHihihihihii… clòppete clòppete quando la mia mente con un guizzo di pietà mi rammenta la brochure del Rumsiskes Open Air Museum nello zaino.
Così l’afferro e indico la foto del cavallo alla simpatica locandiera in abito d’epoca.
Lei si è illuminata come se avesse scoperto la cura del raffreddore e, felice finalmente di potermi aiutare, mi indica a mani giunte e braccia in avanti (a mo’ di hostess) la direzione oltre il boschetto.
Datemi un martello – cantava Rita Pavone in un vecchio successo degli anni ’60 – Che cosa ne vuoi fare?
Eh che cosa ci voglio fare?! Ormai ci siamo, ho un’ansia!
Secondo voi dovrei aprirlo o aspetto un altro po’?
A suonare suona, ma è proprio quello che mi preoccupa: il guaio è che vuol dire che di “carta” ce n’è poca… riuscirò nell’intento di andare a Mosca?
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C’era una volta Wojtek un orso soldato…
In Polonia gli orsi vengono arruolati nell’esercito.
E in Italia? In Italia non solo agli orsi preferiscono cani e porci, ma in Italia gli orsi li “rimuovono”.
E ovviamente per rimozione s’intende esecuzione.
Chissà se un giorno emetteranno una bella ordinanza di rimozione anche per gli occupanti di quella ricca e florida riserva naturale di Montecitorio?
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Esclusa dai circuiti turistici più noti [ma ancora per poco], Kaunas nel periodo più fiorente del dominio della Lega anseatica, ha visto passare tonnellate di ambra, pellicce e manufatti in legno destinati ai mercati dell’Europa Centrale.
Invece io prevedo che in un immediato futuro Kaunas vedrà passare, e sostare, tantissimi turisti!
Il fermento culturale c’è, l’accoglienza pure e tantissime cose da fare e da vedere anche.
È vero che il mio viaggio a Kaunas è durato soltanto tre giorni, ma l’imprinting che ho ricevuto è stato quello di una città giovane ma ordinata, esuberante ma legata alle tradizioni, decadente ma bella da vedere. E quando dico decadente lo dico nell’accezione positiva del termine.
Dopo alcune info utili e qualche consiglio su cosa mangiare, ecco finalmente il post su cosa vedere a Kaunas. (altro…)