Il dramma di fine estate: i souvenir più brutti che non vorrei mai ricevere

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Souvenir brutti

Per me? Grazie, non dovevi!
Figurati, è solo un pensiero.
Appunto… non poteva rimanere solo un pensiero?

I souvenir di viaggio sono brutti. Ecco l’ho detto.
Acquistare un ricordino in grado di appagare il destinatario è un’arte, un talento.
O ce l’hai o non ce l’hai.
Non esistono purtroppo corsi o tutorial, il rischio di sbagliare è certo come la dubbia utilità dell’oggetto in questione.
E se a questo aggiungiamo le atrocità spesso vendute nei negozietti o sulle bancarelle, ecco che il souvenir può trasformarsi in un micidiale pretesto per spezzare amicizie, parentele, matrimoni.

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L’ultima stazione: viaggio lungo una ferrovia abbandonata dell’Italia del Sud

Trekking lungo la ferrovia abbandonata Sicignano Lagonegro

Una linea ferroviaria non è soltanto un tracciato per viaggiare dal punto A al punto B.
I binari sono vivi (anche quelli “morti”), sentono, accumulano memorie, e a chi sa ascoltarli, raccontano cose.
Nei vecchi film western i guerrieri Apache erano in grado di sentire un convoglio a centinaia di chilometri di distanza soltanto accostando l’orecchio sul binario.
Al pari di una conchiglia che rimanda l’eco delle onde del mare, anche un binario canta di storie, di addii, di viaggi senza ritorno.
Ma questo succedeva fino al secolo scorso, oggi nell’epoca dell’alta velocità, un binario italiano mormora sommessamente di un Paese che non c’è più, un Paese per cui il fischio del treno era un suono carico di speranza.

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Inseguendo Robin Hood: cosa vedere a Nottingham, la bella e vivace città delle East Midlands

Nottingham St Mary's Church

Lo ammetto, io ci speravo. A Nottingham mi aspettavo di vedere cavalieri, guardie del Re, fuorilegge in calzamaglia verde e tanto Medioevo… invece ho trovato un angolo d’Inghilterra moderno, vivace e con una spiccata vocazione alla movida.
Non che abbia disprezzato, ci mancherebbe. Tuttavia non mi sono persa d’animo, ho dato ugualmente la caccia a Robin Hood, e alla fine l’ho trovato.

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L’ultima messa: la chiesa abbandonata del carpino bianco

Chiesa abbandonata

Credere è un affare gratis, e come tutte le cose che non si pagano, mi provoca diffidenza, sospetto e scetticismo.
È facile colmare il vuoto morale con l’arte della devozione. La fede l’ho sempre trovata un ascensore comodo e gratuito per raggiungere la cima dopo aver toccato il fondo.
In qualità di non credente spesso mi ritrovo a entrare nella Casa del Signore nella condizione di essere priva di qualunque coinvolgimento.
E così osservo. (altro…)

E quindi uscimmo a riveder le stelle: un viaggio dantesco negli hotel da incubo

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E uscimmo a riveder le stelle

Pare che gli studiosi abbiano individuato con precisione astronomica il giorno in cui Dante si ritrovò a tu per tu con la famosa selva oscura. Era il 25 marzo del XIV secolo.
L’anniversario del viaggio ultraterreno a/r della Divina Commedia è proprio oggi, Dantedì, giornata che celebra il Sommo Poeta e il suo viaggio metaforico della vita.
Ma se Dante è sceso negli Inferi senza pernottarci neanche una notte, ben altri viaggiatori invece hanno dormito nel Tartaro (gioco di parole pessimo), pernottando nei peggiori hotel da incubo.

Perché cosa sono i gironi infernali se confrontati ai funghi spuntati tra le mattonelle del bagno, o alla biancheria intima dimenticata sotto le lenzuola dagli ospiti precedenti?
Quali peccati deve aver commesso un viaggiatore per scontare un simile contrappasso dantesco? (altro…)

Oltre la grata: penitenza e detenzione nell’ex convento e carcere abbandonato

Oltre la grata del carcere abbandonato

Che ironia il destino, uno spazio di clausura intenzionale che diventa un luogo di detenzione involontaria.
Dalla preghiera alla rassegnazione, le secolari mura di queste celle hanno ospitato frati, reclusi, e infine offerto un riparo agli esclusi.
Ma a prescindere dall’intenzionalità, certa è la cattiveria del mare al di là delle grate, presenza fissa e spietata, laddove la penitenza quotidiana riconduceva a Dio o alla società.

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