Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po’ della felicità che recate (Dracula, Bram Stoker)
Nel cuore dei Carpazi, avvolta dalla nebbia e da un’atmosfera cupa e sinistra, sorge un’antica fortezza le cui torri raggiungono il cielo come artigli affilati, pronti a dilaniare chiunque osasse avvicinarsi troppo. Si narra di un padrone oscuro, un signore che regnava su queste terre con un potere maligno che andava oltre l’umana comprensione.
Questa è la Transilvania, un luogo dove la storia stessa sembra danzare al suono del nome immortale di Vlad Tepes, meglio conosciuto come Conte Dracula.
E questa è la sua dimora di pietra e sangue, dove la luce del sole non osa penetrare, dove la morte si piega alla volontà del suo padrone.
Bene, adesso mettete in pausa il film.
Come ve lo dico? Meglio essere diretti e brevi: questo non è il castello di Dracula.
In questo maniero Dracula non ha mai abitato per la semplice ragione che Dracula (per fortuna ndr) è una mera invenzione letteraria di Bram Stoker.
La cronologia storica ci restituisce il Castello di Bran come una imponente fortificazione difensiva posta sull’antico confine tra Valacchia e Transilvania, non la dimora di un nosferatu.
Tuttavia, se il conte dai canini aguzzi non è reale, la sua leggenda invece sì, come reale è l’aspetto (apparentemente) poco rassicurante di questa rocca ubicata in una regione dove le superstizioni sui vampiri sono ancora diffuse in molti villaggi.
Ma chi sono io per mettere in discussione il folklore rumeno e l’assioma Castello di Bran = dimora di Dracula?
Ho lasciato che a vincere fossero suggestione e fantasia. E non solo io, a quanto pare. È proprio il nesso con il mito di Dracula ad affascinare i visitatori che decidono di raggiungere il Castello di Bran eleggendolo a uno dei luoghi più visitati della Transilvania.
E così, mossa da questa fama alimentata da romanzi, libri e pellicole, ho viaggiato in una terra tanto selvaggia quanto bella, e dunque perfetta per la fervida fantasia di uno scrittore ottocentesco il cui merito è quello di aver consegnato all’editoria mondiale una storia che inquieta ancora adesso.
Per una storia inventata ecco una storia reale. E per reale intendo proprio lignaggio
Ma come mi aspettavo, nel Castello di Bran il suo padrone di carta non è presente né in vita, né in morte, né in suggestione. Quello che invece non mi aspettavo è la storia molto più bella delle ultime due padrone (in carne e ossa) del castello: la regina Maria e la principessa Ileana di Romania, una madre e una figlia una più affascinante dell’altra, due donne entrambe innamorate delle terre rumene e delle sue genti.
Un amore completamente ricambiato, tanto che fu il popolo di Brasov, antica capitale della Transilvania, a donare nel 1920 la fortezza alla loro amata regina Maria. Maria che per il suo animo guerriero, e per la sua incredibile opera in trincea in qualità di crocerossina, si guadagnò i soprannomi di Regina soldatessa, Madre dei feriti. Il castello dunque tratteggia la figura di una sovrana amatissima, non di un sanguinario impalatore.
Tra il castello e la sua nuova signora ci fu un legame speciale fin da subito (e sfido), il bel maniero fu salvato dall’abbandono, ristrutturato e infine eletto a residenza reale. I restauri misero in luce passaggi segreti dimenticati da secoli, come la stretta e scenografica via di fuga scavata nella roccia e occultata dietro un finto camino. E vennero realizzate opere innovative per quei tempi, come l’ascensore installato in un vecchio pozzo (a mo’ di bat caverna) che la regina utilizzava per raggiungere più velocemente i giardini ai piedi del castello.
Fatta eccezione per il periodo in cui Ileana trasformò il castello in ospedale durante la Seconda Guerra Mondiale, quella a Bran fu davvero una parentesi idilliaca, e non fatico a capire il perché dopo aver visto con i miei occhi l’incantevole parco dominato dal castello e gli ambienti arredati con mobilia splendidamente intagliata.
Disgraziatamente ci pensò il regime comunista a spezzare questo idillio: la famiglia reale nel 1948 fu esiliata e tutti i loro beni confiscati e nazionalizzati.
Ma ci sono legami che vanno oltre i regimi più spietati, la bella principessa Ileana visse abbastanza a lungo da vedere la fine del comunismo e nel 1991, ormai ottantenne e residente oltreoceano, trovò la forza di tornare un’ultima volta in Romania per rivedere Bran poco prima di spegnersi.
Ma com’è il Castello di Bran? Possente, superbo, perfettamente in contrasto con il grazioso e omonimo villaggio posto ai piedi del suo basamento di roccia. Mentre percorro il sentiero che s’inerpica sulla collina, più mi avvicino e più sono costretta a piegare la testa all’indietro per ammirarlo nella sua interezza.
Le aspettative sono di esplorare un castello gotico e terrificante, invece mi ritrovo tra ambienti e arredi deliziosi in pieno stile arts and crafts voluto dalle sovrane rumene. Sono state loro, Maria e Ileana a passeggiare per ultime tra i camminamenti di ronda, un tempo percorsi dai cavalieri teutonici, oggi trasformati in loggiati dagli affacci mozzafiato sui boschi.
La regina Maria (ph Wikipedia)
La principessa Ileana da bambina (ph Bran Castle) e da ragazza
L’immaginario comune di un padrone di casa pallido e magro è rotto dagli oggetti personali e dalle numerose foto d’epoca della famiglia reale. Sono rapita dall’espressività e dalla bellezza dei loro volti che raccontano una verità storica ben diversa da quella consumata tra le pagine di Dracula. Il netto contrasto tra le pareti candide e i mobili scuri sembra quasi evidenziare la “doppia personalità” del Castello di Bran, tra finzione romanzata e una realtà che contempla cavalieri, regine e principesse… ma nessun conte.
Sono 57 le stanze che hanno visto oltre 800 anni di mutazioni sociali, ambienti in cui fare un bel viaggio stratigrafico attraverso i secoli fino alle origini, quando Bran era una dogana presidiata dai cavalieri teutonici. Il tutto ammirando un’inestimabile collezione di armi e armature, opere d’arte, costumi d’epoca e di scena (alcuni usati in famosi film su Dracula), e poi allestimenti multimediali che illustrano al pubblico gli “esseri” che da millenni popolano le notti del folklore rumeno.
Insomma quello di Bran non è un semplice castello, ma per tutto quello che simboleggia, è un orgoglio per l’intera Romania.
Allora perché Castello di Bran, dimora di Dracula?
Bran Bram, magari Stoker lo scelse anche per assonanza col suo nome? Non lo sapremo mai. L’ipotesi più accreditata è che Stoker rimase folgorato dall’illustrazione di una fortezza contenuta in Transylvania Its Product and Its People scritto da Charles Boner nel 1865.
Tuttavia l’ago e il filo di Stoker non si fermarono all’illustrazione per cucire il suo romanzo sulla Transilvania. Pur inventando tutto, e pur non ammettendolo apertamente, riuscì a collegare il suo nobile vampiro con Vlad Tepes principe valacco, anche conosciuto come Vlad “Dracul” dell’Ordine Crociato del Drago.
La storia dice che il sanguinario Vlad Tepes ha incrociato il castello numerose volte durante le sue marce punitive nella gola di Bran. Con il suo esercito era solito attaccare, incendiare e impalare migliaia di mercanti sassoni di Transilvania, rei di non rispettare le sue disposizioni commerciali con la Valacchia.
Ironia della sorte, non solo il castello di Bran non fu mai dimora di Vlad, ma ne fu addirittura prigione! Anche se per soli pochi mesi, il principe impalatore fu rinchiuso e torturato a Bran, episodio storico che giustifica la presenza nelle sale del castello di una tremenda collezione di strumenti di tortura. Ecco, quelli sì che fanno paura.
Concludendo, la verità è che questa terra ha sul serio qualcosa di speciale, una malia che seduce e affascina, ma che nulla ha a che vedere con creature demoniache.
A Bran tutti ci lasciano il cuore.
Anche Dominic von Habsburg, figlio e erede della principessa Ileana. Nel 2008, dopo che la proprietà del castello gli è stata legalmente restituita, l’affermato architetto statunitense ha piazzato Bran sul mercato immobiliare per 40 milioni di sterline, ma qualcosa gli ha fatto cambiare idea. Il dono dei transilvani deve rimanere agli eredi della regina Maria.
Ne sono rimasta stregata anch’io, che mi sono portata a casa quale souvenir non convenzionale, una manciata di terriccio transilvano. Inoltre dal mio ritorno dalla Romania, come per placare una sorta di nostalgia, spesso mi ritrovo a fissare la webcam che punta sul castello e sul suo affascinante scorcio boscoso.
Ma più di tutti il cuore ce l’ha lasciato la regina Maria, intendo proprio letteralmente!
Alla sua morte, dietro sue precise disposizioni, il cuore è stato espiantato, avvolto nella bandiera rumena e riposto in un forziere d’argento. Ora riposa in una roccia nell’ombrosa valle ai piedi di Castelul Bran, ma mi piace pensare che continua a battere nel petto di tutto il popolo rumeno.
Visitare il Castello di Bran: informazioni utili
Un consiglio su tutti: non storcete il naso alla vista dei bazar di souvenir, dei fantocci di Dracula o dei pannelli con le animazioni apparentemente allestiti come un baraccone. Se andate a Bran per cercare un monumento a Dracula troverete anche quello, ma ne rimarrete delusi. Altrimenti cercate la storia e troverete un monumento all’amore per la Romania.
L’apertura ai visitatori varia in base alla stagionalità e rispetta il seguente orario:
- 1 ottobre – 31 marzo
Dalle 9:00 alle 16:00 (ultimo ingresso) dal martedì alla domenica e dalle 12:00 alle 16:00 (ultimo ingresso) il lunedì. - 1 aprile – 30 settembre
Dalle 9:00 alle 18:00 (ultimo ingresso) dal martedì alla domenica e dalle 12:00 alle 18:00 (ultimo ingresso) il lunedì.
Il biglietto intero, acquistabile anche online, costa 120 LEI (circa 25 Euro) e comprende la visita al castello, l’ingresso nella sala delle torture e nel Tunnel del Tempo (il passaggio nel pozzo usato dalla regina Maria di cui vi parlavo sopra).
Ai piedi del castello c’è un grazioso ristorante rumeno, nel parco si tengono periodicamente eventi e manifestazioni, ed è inoltre possibile prenotare visite private e sessioni fotografiche personalizzate. Io stessa mi sono imbattuta in un photoshooting con un piacente Dracula in versione bionda con gli occhi azzurri.
Il personale è gentile e sempre disposto a fornire informazioni ai visitatori, in più occasioni ho parlato con loro anche in lingua italiana.
Il castello è raggiungibile da Bucarest via treno o più comodamente con un transfer privato.
Vi rimando al sito ufficiale del Castello di Bran per consultare altre informazioni più dettagliate.
Qui i canali social:
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E se volete subire un po’ del suo fascino da remoto, questa è la webcam che punta sul Castello di Bran 24H. Magari evitate di collegarvi dopo la mezzanotte ché non si sa mai…
Special thanks to Castelul Bran
Luoghi affascinanti cara Daniela , piacerebbero pure al mio bimbo che è curiodo di castelli e misteri.
grazie per questo bel post
Buona giornata
Daniela
Buongiorno Daniela, bentornata!
Il Castello di Dracula è iconico e non si tocca, ma se al tuo bimbo piacciono i castelli ti segnalo il Castello dei Corvino, sempre in Romania. Per curiosità cercalo su Google, ti renderai conto che è “il” castello per eccellenza. La Romania ha una storia affascinante, prima di partire mi ero documentata tanto e devo dire che non ha nulla da invidiare alle più blasonate monarchie europee 😀
Grazie per la lettura!
Cielo uggioso oggi sul Castello di Bran! Non ho resistito, cara Daniela, ad aprire la webcam su questa magnifica dimora dopo la tua dichiarazione d’amore.
Faccio parte della nutrita schiera di coloro che si sono fatti suggestionare dalla leggenda del Conte Draaaacula immaginando il castello come un luogo oscuro e sinistro. I volti delicati e gli sguardi limpidi e luminosi della regina Maria e della principessa Ileana di Romania invece hanno portato la luce nella mia percezione del castello di Bran. Il resto lo ha fatto il tuo racconto dell’incredibile opera della Regina Soldatessa. Dal lato oscuro alla bellezza, come ti scardino l’immaginario comune! Come già ti anticipavo, il tuo viaggio mi ha aperto una finestra su una prossima meta. E non hai ancora raccontato tutto.
D’ora in poi il conte Dracula comunque mi farà meno paura
P.S.
Guess what? Ho finalmente ricevuto notifica della pubblicazione del tuo articolo!
Tutti i santi giorni la apro quella webcam! Pensa che pochi giorni fa Bran era tutto innevato, ti lascio immaginare lo spettacolo! Infatti nonostante sia capitata a Bucarest in primavera e in piena fioritura delle magnolie (belle belle belle), mi piacerebbe tornare in Romania in inverno, tu puoi capire il perché 😉
Mi sono talmente appassionata alla saga di questa famiglia reale che ne sto leggendo le memorie, sia Maria sia Ileana hanno scritto dei libri. Si respira un’aria particolare in quel castello, c’è stato tanto amore e si percepisce. Il cuore nel forziere poi è da pelle d’oca!
Sul tuo “Draaaacula” mi è partita involontariamente l’esclamazione che tutti gli aldogiovanniegiacomers conoscono 😛
Il plugin è tornato a funzionare è vero, me ne sono accorta anch’io. Mistero…
Grazie per la lettura! 🙂
Anche io fino a questo momento ho sempre pensato: Castello di Bran = casa di Dracula. Non sapevo fosse un’invenzione del fantasioso Bram. C’è da dire che sicuramente l’aspetto lugubre dell’esterno ha aiutato! Molto più bella la storia di Maria e di Ileana: inutile dire che fino a oggi non le avevo sentite nominare. E che belle, sia la regina che la principessa!
Anche io, come Simona, questa volta ho ricevuto la notifica dell’articolo. Non vedo l’ora di leggere i prossimi e scoprire di più su questi luoghi che tra l’altro avrei dovuto vedere nel maledetto anno 2021…
Purtroppo mi ricordo bene del tuo viaggio annullato in Romania, il Castello di Bran era proprio una tappa che avevi considerato. Sono stati davvero anni bui per tutti, per fortuna sono alle spalle. Eccome se ha aiutato, è stata una scelta azzeccata quella di Stoker non solo per la fortezza, ma proprio per quei luoghi che ha descritto benissimo pur senza averli visti di persona, un po’ come Salgari con la Malesia di Sandokan. Per arrivare a Bran da Bucarest ho dovuto valicare i Carpazi, una serie infinita di tornanti immersi tra boschi stupendi (e pieni di orsi allo stato selvatico mi hanno detto)! Erano due donne incantevoli, come il loro castello 🙂 Grazie e a presto!
Le notifiche che arrivano di nuovo… evviva!
Anche se non ci ha vissuto l’Impalatore, il castello resta sempre un luogo da visitare, specie con quell’atmosfera lugubre che mostra.
Io invece non ho ricevuto la notifica. Ora mi sono di nuovo iscritto.
Assolutamente sì, anch’io quando posso seguo il filone del turismo letterario, mi piace visitare i luoghi in cui i grandi scrittori hanno ambientato i loro romanzi. Mi è capitato anche con l’Isola d’If, la prigione letteraria in cui Dumas rinchiuse il suo Conte (lo stesso titolo di Dracula) di Montecristo. Ma qui ha giocato un po’ tutto, anche la Transilvania stessa.
A te niente notifica? Forse hai mangiato aglio? Indossi una catenina col crocifisso? Oppure la tua scrivania è di frassino… 😛
Grazie per esserti fermato a leggere 🙂
Questo castello ha catturato anche il mio cuore. In realtà, tutto il territorio (anche se limitato) della Romania conquistato il mio interesse. Il paesaggio è meraviglioso e i borghi sono affascinanti. Hai fatto bene a visitare questo castello, però sono certo che ne hai visitato anche un altro… ci scommetto!
No Fausto, non farlo, non scommettere perché perderesti!
Anche tu il cuore? Considerando che sei alto è probabile che ci abbia lasciato anche lo scalpo su per la scala segreta e su ognuna di quelle porticine graziose e basse 😛 Se intendi Peles non l’ho visitato perché sono andata a trovare i miei simili, gli orsacchiotti del Santuario di Zarnesti a una trentina di chilometri da Bran. Dunque la mia è stata una Transilvania tra orsi e pipistrelli 😉 Le mura del castello di Dracula hanno visto la felicità di una famiglia “reale” e continuano a meravigliare i visitatori… chissà cosa ne penserebbe oggi Stoker? È vero, è un territorio che merita più di una toccata e fuga, spero di rifarmi anch’io!
Grazie per essere passato! 🙂
Il ritorno dell’Orsa!
In versione orsa vampira leggendaria, cosa volere di più! Finalmente torno a leggerti cara Dani, era passato un po’ di tempo e mi sono tenuto il tuo articolo per un momento di relax.
Bellissima la storia legata al Castello di Bran e meravigliosi gli interni: spero prima o poi di vederlo dal vivo!
Posso dire che la regina un po’ ti assomiglia?
Ma magaaari sei troppo buono! 😉
Che bello ritrovarti Ale, era un po’ che non ci incrociavamo più. Ecco, la Transilvania sarebbe perfetta per uno dei vostri itinerari con Ballo, è autentica e offre un susseguirsi di paesaggi meravigliosi. Vi auguro davvero di vederlo dal vivo… tanto non occorre fare scorta di aglio e paletti di frassino. In più dovreste essere al sicuro perché viaggiate con il van-helsing (battutaccia pessima pessima orribile hahahah) 😀
Era tanto che non scrivevo e troppo che non viaggiavo, avevo proprio bisogno di staccare.
Ti ringrazio tantissimo per avermi inserito in un tuo momento di relax 🙂