Bucarest insolita e magnetica: l’itinerario inseguendo la Belle Époque

Bucarest Old Town Belle Epoque

Non sono una persona romantica, ma a Bucarest mi sarebbe piaciuto arrivarci in abiti d’epoca, magari a bordo di una carrozza dell’Orient Express. Sarebbe stato meraviglioso.
Perché se nonostante le guerre, le rivoluzioni e il progresso, la capitale della Romania conserva ancora la gloriosa atmosfera della Belle Époque, figuriamoci come dev’essere stata ai tempi, quando l’eleganza delle sue architetture gli valse il soprannome di Petit Paris.

Sebbene l’abbia trovata un po’ trasandata – mi dicono ancora strascichi del regime – non è difficile immaginare la Città Vecchia e i lunghissimi Boulevard in un susseguirsi di caffetterie, autentici gioielli architettonici, affollati di gentiluomini che andavano a dieci all’ora e vivevano inconsapevolmente un’époque che nel futuro avremmo definito “belle”.

Ma non è solo l’architettura a conferire a Bucarest il suo fascino ottocentesco. La città è permeata da un’atmosfera di romantica decadenza infarcita di mistero.
I vicoli stretti e lastricati della Old Town sembrano raccontare storie antiche, mentre i palazzi maestosi si ergono come custodi delle numerose leggende popolari di cui Bucarest è protagonista.
Alla luce di questo, non ho avuto voglia di chiudermi in un museo per ammirare la storia al di qua di una teca. Certo, quale opportunità migliore di un museo per immergersi nella cultura di un Paese? E a Bucarest di sicuro non mancano musei e luoghi del sapere.
Tuttavia ho lasciato che a chiamarmi fossero le magnolie in fiore, i dettagli ora neoclassici ora Art Deco degli edifici, e lo spiccato lato parigino di una città che ha fatto di me un perfetto flâneur.
E così, mi sono incamminata per le strade di una Bucarest insolita alla ricerca di quel fascino decadente ancora impresso su molte facciate.

Bucarest e le sue facciate liberty: a caccia di cariatidi e telamoni

Bucarest cariatidi e telamoni

Ho sempre apprezzato lo stalinismo architettonico delle città del blocco sovietico, ma a Bucarest il regime sembra non aver invaso in maniera pervasiva il tessuto urbano della città. Fatta eccezione per il monumentale edificio del Parlamento, gran parte dei quartieri come Cotroceni (bellissimo), Lipscani (la Città Vecchia), il quartiere armeno, il quartiere ebraico, sono rimasti gioielli dove si fondono armoniosamente stili architettonici ottomani, bizantini, barocchi e rinascimentali.

Cariatidi e Telamoni Bucarest

Fregi e modanature sembrano essere sorretti con squisita leggerezza da cariatidi e telamoni, figure mezze umane e mezze elemento portante la cui presenza ho avvertito ovunque, tanto da soffocare la tentazione di rivolgergli un cenno di saluto.

Un itinerario insolito tra le magnolie di Bucarest

Magnolie di Bucarest

Il fascino dell’Europa dell’Est d’inverno per me non si tocca, ma devo ammettere di essere stata fortunata a capitare a Bucarest durante la fioritura delle magnolie. Non le avevo mai viste dal vivo e me ne sono perdutamente innamorata.
Sono oltre 400 le magnolie censite nella capitale rumena che puntuali ogni primavera colorano la città con i loro toni delicati. Come delicato è anche il loro profumo.

La mappa interattiva delle magnolie è una geniale iniziativa di Diana Robu, che mi ha guidato alla scoperta di alcune delle magnolie (e delle zone) più belle di Bucarest. E dannazione, oltre alle magnolie, ho scoperto anche di avere un animo romantico nascosto sotto artigli e pelliccia.

Alla ricerca del tempo perduto

Cosa vedere a Bucarest: Muzeul Micul Paris (The Little Paris Museum)

Museo piccola Parigi Bucarest

Ma non avevamo detto niente musei? Infatti non chiamiamolo museo, questa è una capsula del tempo che celebra la Belle Époque di Bucarest. Come potevo perdermi un posto dove tutto l’oriente e l’occidente di fine XIX secolo si condensano in uno storico edificio di Via Lipscani?
Restaurato e arredato come una casa borghese di fine Ottocento, questo luogo offre uno spaccato sul benessere che si viveva all’apice dell’influenza francese, quando lo scambio culturale con la Francia fu tale da condizionare la Romania non solo dal punto di vista urbanistico, ma anche linguistico, tanto che la lingua francese era di uso comune nella borghesia romena (e pure questo post è ad alto tasso di francesismi).

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Niente teche ma, tanta, tantissima raffinatezza esposta in una collezione di oltre mille tra oggetti della vita quotidiana e della moda del tempo. E come se non bastasse tutto questo, un altro valido motivo per visitare The Little Paris Museum è la possibilità di usufruire del Photo Cabinet, una sessione fotografica che prevede trucco, parrucco e vestizione con i pezzi della collezione.
Una foto in abiti d’epoca è decisamente il miglior souvenir di viaggio di sempre. In questo caso di viaggio nel tempo!

Il tempo ritrovato

Bucarest e gli orologi d’oro

Bucharest golden clock

Gli orologi d’oro di Bucarest sono in totale dieci e sono installati in alcune delle zone più conosciute come Piazza della Rivoluzione, Piazza dell’Unione, i Giardini Cismigiu ecc. Sono elementi ornamentali che impreziosiscono l’allure ottocentesca di Bucarest. Quando dico impreziosiscono intendo proprio letteralmente: ogni orologio ha un valore di 35 mila euro!
Le decorazioni e le lettere che compongono la parola Bucuresti sono in oro 24 carati e il quadrante in cristallo.
Inoltre, grazie alla memoria interna, possono diffondere a seconda dell’occasione musiche popolari, motivi natalizi e ballate classiche cantate da famosi chansonnier locali stile Aznavour o Julio Iglesias in salsa rumena. Madonna santa io ho apprezzato anche quelli…

A passeggio nei Passages e nei parchi di Bucarest

Passage Macca Villacrosse Bucarest

Ormai nei panni del flâneur, ho vagato oziosamente per la città imbucandomi nei Passages, eleganti salotti a cielo chiuso, un tempo frequentati da artisti e intellettuali.
Il Passage Macca-Villacrosse, il mio preferito, risale a un periodo di grande prosperità per Bucarest. Il progetto per la sua realizzazione prevedeva la demolizione di tre edifici. I proprietari dei due edifici esterni, Macca e Villacrosse, accettarono l’esproprio, ma nell’edificio centrale c’era una storica e frequentatissima locanda, motivo per il quale il proprietario si rifiutò di vendere. Il Passaggio deve quindi la sua forma particolare all’esistenza di questa locanda, gli ingressi furono costruiti aggirandola, come una forcella.
Attualmente ospita caffetterie, bistrot e uno shisha bar dove si fuma il narghilè, proprio come andava di moda in quegli anni.

Bucarest Passage Victoria

Dal Macca-Villacrosse ho raggiunto l’acchiappa-like Passage Victoria, ora ridotto a un vicolo con una scenografica copertura di ombrelli colorati, Passage Anglais e di passages in passages il Boulevard Regina Elisabeta con i suoi Giardini Cişmigiu.
In questo splendido parco fiancheggiato da eleganti edifici, il mio ozio si è trastullato tra centinaia di alberi in fiore, salici, laghetti e incantevoli ponticelli sull’acqua.

Cismigiu garden Bucarest

(i canali del parco vengono prosciugati annualmente per pulizia e manutenzione)

Bucarest insolita: un tour tra gli splendidi edifici abbandonati

URBEX Bucharest

Dovevo pur depurarmi da tutto questo romanticismo prima di soccombergli definitivamente. Bucarest è un autentico paradiso per chi, come me, ama fare URBEX. Durante il regime comunista la volontà (per fortuna mai attuata) di demolire alcuni quartieri centrali della città, ebbe come conseguenza l’abbandono di gran parte delle abitazioni; nonostante abbia visto diversi segnali di recupero, molti edifici d’importanza storica versano ancora in pessime condizioni proprio per via dell’abbandono e della mancata manutenzione. Questo a vantaggio di chi ama l’esplorazione urbana e la polvere delle rovine. Imponenti e un tempo splendide, le numerose dimore protagoniste di storie e leggende metropolitane, ora sono perdute e di loro resta un ricordo sbiadito da catturare con uno scatto.

Bucarest by night

(una banca che fa colpo)

Bucarest non è solo questo. In questo post non ho mostrato le meravigliose chiese greco ortodosse, i luoghi più gettonati come il Parlamento, l’Ateneo Romano o Cărturești Carusel la libreria star di Instagram, anche perché già citati in molte guide su Bucarest.

E per chi se lo chiedesse: NO, il lato romantico che questa Bucarest insolita mi ha estorto con violenta dolcezza è schiattato immediatamente appena ho rimesso piede in aeroporto.
Però lo ammetto, la foto in abiti ottocenteschi l’avrei portata a casa volentieri. Intendo abiti maschili, ovvio. Cilindro e bastone da passeggio. Proprio come un flâneur.

orsanelcarro

Daniela, per gli amici Orsa. Per i nemici destrOrsa. Amo esplorare edifici abbandonati e omaggiare monumenti e memoriali di guerra.

Questo articolo ha 10 commenti

  1. Daniele

    Bell’architettura, non l’avrei pensato (non so perché). Il centro storico dev’essere un capolavoro, e sembra anche ben curato.
    PS: non ho ricevuto la notifica dell’articolo.

    1. orsanelcarro

      Buongiorno Daniele! Sì, la Città Vecchia è piena di edifici in stile, però è altrettanto piena di cantieri abbandonati, per questo ho scritto che l’ho trovata trasandata. Ho chiesto un po’ in giro e ovunque mi hanno risposto laconicamente “scontiamo ancora il regime comunista”. Mah?
      Questa volta non mi sono impegnata molto con le foto (avevo il bastone da passeggio 😛 ), c’è tanto altro per cui vale la pena organizzare un fine settimana. Bucarest è stata sempre sottovalutata, è un peccato perché invece merita.
      Azz, il mistero continua. Forse è un problema legato a WP, grazie ugualmente per la lettura allora! 🙂

  2. Simona

    Sono una sostenitrice del vagare oziosamente per le città quindi appoggio la tua idea di assaporare le bellezze di Bucarest invece di visitarne i musei. Come resistere poi al richiamo delle magnolie? In tutta onestà non mi aspettavo questo viaggio nel tempo e nelle bellezze della Bella Époque a Bucarest. Gli eleganti passages mi hanno ricordato il Çiçek Pasajı di Istanbul, sai?
    L’aspetto trasandato e le zone abbandonate credo siano una caratteristica di alcuni Paesi di quello che era il blocco sovietico. Ho avuto le stesse impressioni a Sofia, anche se, diversamente da Bucarest, sembrano ancora poco interessati al turismo. Di gran fascino il Muzeul Micul Paris, soprattutto l’idea del Photo Cabinet per un viaggio nel passato. Cara Daniela, potresti avermi dato l’idea per quello che sarà il mio viaggio in solitaria di gennaio.
    PS, a me invece la notifica è arrivata (yuuuuuhhh)

    1. orsanelcarro

      Ecco, quello vorrei davvero aggiungerlo alla mia collezione di passages, da mo’ che mi chiama Istambul! Anche l’Oriente ha influenzato Bucarest, pensa che perla poteva essere ai tempi. È vero, l’aspetto attuale di molte capitali dell’Est deve tutto alla stessa matrice. Peccato perché quella plica di tristezza si riflette anche negli occhi delle persone (almeno nelle persone adulte), i giovani no, sono molto più avanti di noi occidentali 😀 Ti ci vedo sia in abiti ottocenteschi sia in lustrini e acconciature dei ruggenti anni ’20! Ho sfogliato l’album all’ingresso del museo e devo ammettere di essere stata più volte tentata, ma c’era già una dama alla quale stavano ultimando l’acconciatura e io avevo l’aereo 😛 A proposito di musei, in uno degli edifici abbandonati c’era il museo del kitsch rumeno, oggi chiuso. Era un’occasione per farsi quattro risate ammirando bellezze di dubbio gusto!
      Al tuo posto sarei molto combattuta: gennaio e la neve della Transilvania o la primavera con le magnolie in fiore…
      Evviva l’ozio, evviva le notifiche di WP. Grazie per la lettura! 🙂

  3. In effetti certi angoli che hai mostrato hanno un je ne sais quoi che mi ha fatto tornare in mente Parigi, però una versione più decadente (e quindi ancora più affascinante). Quando avevo iniziato a fare ricerche in quale zona dormire a Bucarest, avevo capito dalle immagini che questa città deve essere nelle mie corde, e ora ne ho la conferma.
    A tratti mi ha ricordato un po’ anche Sofia, dove non mancano gli edifici abbandonati o comunque tenuti malissimo, affiancati però spesso da costruzione in stile brutalista. Ah, l’Est ha davvero un fascino innegabile.
    Devo ammettere che all’inizio del post ero un po’ preoccupata: temevo che l’Orsa si fosse addolcita, ma per fortuna alla fine hai sfoderato gli artigli 😉

    1. orsanelcarro

      L’ho temuto anch’io, per fortuna c’è stato anche l’intermezzo in Transilvania che mi ha salvata dall’iperglicemia da romanticismo 😉
      È vero, alcuni punti mi hanno fatto venire in mente le tue foto e i tuoi racconti su Sofia (che pure è in lista). Gli hotel storici sono davvero belli, è un piacere per gli occhi l’alternarsi di Liberty e Brutalismo, in questa città poi questi stili sembrano aver trovato un’alchimia particolare! Sui ristoranti invece va fatta una ricerca approfondita, purtroppo quelli della Old Town sono un susseguirsi di trappole per turisti con buttadentro agguerritissimi. Io ho fatto scorpacciate di “mici”, delle salsicce tipiche rumene. Ti lascio immaginare l’interdizione dei miei quando al telefono gli ho detto che stavo mangiando i mici… 😛
      Grazie come sempre per la lettura 🙂

  4. Non conoscevo la storia degli orologi e soprattutto il loro valore. In Italia non sarebbero durati nemmeno una notte; l’avrebbero smontati tutti per rivenderli a qualche collezionista bizzarro. Sarei stato curioso di vederti indossare un’abito da dama dell’800 con tanto di maniche a farfalla. Orsa romanticona; è emersa una nuova parte di te

    1. orsanelcarro

      Nemmeno una notte, mi sa proprio di no, le lancette non le avrebbero neanche completate le 24 ore! Orsa romanticona io? Giammai Fausto 😛 A proposito di cose “romantiche”, non ne hai parlato nel tuo blog quindi desumo che non l’abbia potuta visitare neanche tu, mi riferisco alla bellissima Țiriac Collection Auto Gallery. Era proprio di fronte all’aeroporto, bastava attraversare la strada… che peccato che è visitabile soltanto durante il fine settimana! Un motivo in più per tornare a Bucarest 😉
      Grazie per la lettura 🙂

        1. orsanelcarro

          No un gran peccato, sarebbe piaciuta a entrambi. Per curiosità dagli un’occhiata cercandola Google!

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