I turisti e i runner che affollavano di primo mattino la bella promenade di Bremerhaven devono avermi presa per pazza.
Con uno scatto di corsa ho attraversato la passerella per raggiungere la sabbia e toccarlo. Il mare!
Volevo assolutamente toccare il Mare del Nord e bagnarmici le zampe.
Curiosi di scoprire cosa vedere a Bremerhaven?
Cosa vedere a Bremerhaven
Bremerhaven dista solo 60 km da Brema, 60 km fattibili in 30 puntualissimi minuti di treno.
Vi rimando le info utili su come arrivare alla fine dell’articolo. Ora gustatevi cosa vedere a Bremerhaven ossia il Klimahaus 8° Ost e lo Zoo sul mare.
Quella domenica mattina è stata perfetta. Mite con una leggerissima brezza ad increspare le acque del fiume Weser, che proprio in questi ultimi metri termina la sua corsa nel Mare del Nord.
Questo è il bacino portuale più grande d’Europa. Pensate che in questo punto esatto i migranti della Germania del secolo scorso si imbarcavano sui gloriosi piroscafi degli anni ’20 per raggiungere il sogno americano.
Il padre con lo sguardo rivolto al nuovo mondo e la madre con gli occhi e il cuore rivolti al paese di origine. Questo è l’Auswandererdenkmal un commovente memoriale dedicato ai milioni di migranti tedeschi posizionato proprio su quelle che furono le banchine di partenza verso una nuova vita.
Curiosamente la mia visita a Bremerhaven è partita proprio da qui.
Cosa vedere a Bremerhaven: il Klimahaus 8° Ost
Fuori una costruzione moderna, spaziale e dalla figura che spicca accanto alla vela dell’Hotel Atlantic, e dentro la promessa di un giro del mondo fra i climi e gli ecosistemi di 9 stazioni.
Oltre che per il Mare del Nord ero venuta fino a Bremerhaven perché ero curiosissima di entrare in quella che secondo me è un’attrazione davvero unica nel suo genere.
Qui dentro mi sono stupita, congelata, scongelata, ho camminato nella foresta pluviale di notte, ho perso 2 litri di sudore per l’umidità pazzesca, ho rischiato l’infarto per l’escursione termica repentina, ma ne sono uscita totalmente meravigliata e con una consapevolezza sulla fragilità dell’ecosistema diversa. Maggiore, se possibile.
Il fatto di poter sperimentare in prima persona e a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro, i climi di nove macro aree lungo l’ottavo grado di longitudine, l’ho trovato terribilmente irresistibile. Oltre che formativo.
Attraverso scenari ricostruiti con grande realismo, ho preso coscienza di come il cambiamento climatico abbia già alterato ad esempio la vita attuale degli abitanti di Isenthal in Svizzera, la primissima tappa del viaggio intorno al Meridiano 8.
L’avrete capito, la visita si snoda in un percorso che tocca 9 Paesi i cui habitat sono stati ricostruiti ed arricchiti con stazioni sensoriali, multimediali ed interattive, alcune delle quali davvero belle!
Che ve lo dico a fare che nonostante i -6° sono rimasta incantata fra i ghiacci dell’Antartide ad ascoltare (e sentire sulla pelle) il fischio del vento siderale e il battere dei denti dei tizi che rabbrividivano di freddo all’interno di questa tenda!
Oppure guardate che spettacolo questo angolo di Samoa con tanto di discesa in spiaggia e discesa “sotto” la barriera corallina.
Oppure volete mettere l’emozione di affondare gli anfibi nella sabbia del deserto… e sentirne il fuoco dietro la schiena!
Sono stata in Svizzera con i suoi 20° C, nel deserto del Niger con 35° C, nel Camerun e nelle lussureggianti isole Samoa con una pazzesca umidità dell’88% e come vi accennavo prima in Antartide con i -6° C.
Ma non è tutto, ho attraversato i fantastici scorci di un paesino della Sardegna, percorso un cielo stellato, sono salita su una (finta) cabinovia degli anni ’20 per ammirare le cime delle Alpi svizzere ed ho lasciato le mie impronte in un ghiacciaio.
E poi ancora ho rischiato di essere divorata dagli squali della barriera corallina, mi sono stesa sulla sabbia del deserto ed ho visto scenari post atomici in cui la natura finalmente si riappropria della Terra.
A questo proposito, c’è una specifica area espositiva in cui vengono mostrati i cambiamenti climatici in serbo per il futuro.
Il lavoro e le scoperte dei ricercatori hanno prodotto una serie di modelli esposti in una sezione chiamata “Prospettives” in cui gli sviluppi e le conseguenze sono messe lì come monito per tutti noi. E credetemi, non c’è molto di positivo da aspettarsi…
Cosa fare nel Klimahaus 8° Ost di Bremerhaven
Il World Future Lab è una geniale area espositiva concepita e progettata come un gioco in cui attraverso delle decisioni (prese in gruppo o singolarmente), il giocatore potrà influenzare il clima del mondo intero.
Ad esempio potrà decidere attraverso il classico battito d’ali di una farfalla di far sprofondare nell’Oceano l’isola di Tokelau, oppure di salvare la foresta pluviale.
Ecco io ad esempio avrei provocato uno tsunami a Santa Maria di Castellabate, precisamente nel periodo di giugno.
Ph Klimahaus PressKit
Al centro dell’area di gioco campeggia un globo gigante sul quale saranno visualizzati i risultati provocati dalle menti malvagie dei giocatori.
Io l’ho trovato decisamente un modo innovativo di apprendere attraverso l’esperienza di gioco.
Ph Klimahaus PressKit
Cosa non mi è piaciuto: la prima tappa in Svizzera, poco accattivante nella ricostruzione della location. Per fortuna il percorso va migliorandosi con scenari uno più bello dell’altro. Altra cosa da migliorare, magari nella prospettiva di ampliare il numero di visitatori stranieri da tutto il mondo, prevedere pannelli e traduzioni anche in lingua italiana. Perché no?
Cosa mi è piaciuto: al di là dell’esperienza sensoriale, visiva tattile ecc il Klimahaus 8° Ost mi è piaciuto perché una visita così non può che sensibilizzare anche il turista più disinteressato verso una maggiore attenzione alla conservazione dell’ambiente: dovremmo farla tutti un’esperienza così, soprattutto alla luce degli accordi [non] raggiunti all’ultimo G7 di Taormina.
A proposito, al Klimahaus lo dovevano organizzare il G7! E dovevano costringere Trump a fare Antartide – Niger – Antartide in loop.
Altra cosa che mi è piaciuta è stato l’approccio all’argomento clima decisamente non accademico, mai noioso o di nicchia.
Se ci riflettiamo bene, oggi il clima è un argomento terribilmente e letteralmente “scottante” e sempre all’ordine del giorno nei dibattiti, al telegiornale, nei documentari. Il tema viene sempre trattato in modo fatalista in puro stile The Day After Tomorrow con il solito e ritrito messaggio che se non facciamo qualcosa finiremo male, molto male.
Monito questo talmente inflazionato che ormai risulta quasi inoffensivo, vero?
Quello che manca è la profondità del messaggio che a volte è o troppo accademico o troppo da scenario apocalittico.
Qui dentro invece il visitatore viene coinvolto e invitato a capire “sulla pelle” in senso letterale, e se vogliamo anche in forma di svago.
Rendere il cambiamento climatico un qualcosa che non riguardi più soltanto gli scienziati e gli addetti del settore, ma una preoccupazione assolutamente comune: l’ambizione del Klimahaus è proprio questa, uscire dai dibattiti e riuscire a far sviluppare una coscienza più radicata attraverso l’esperienza sensoriale e diretta in prima persona.
Visite come questa devono costringerci di fatto a prendere delle misure personali per salvaguardare clima e ambiente.
Con questo non voglio dire di prendere l’aereo e andare a Bremerhaven ma se ne avete l’occasione sì, fatelo assolutamente!
Concepito nel 2000 e inaugurato nel 2009, il Klimahaus 8° Ost vanta collaborazioni con i maggiori centri di ricerca mondiale. Il Wegener Institute for Polar e Marine Research o l’Istituto Max Planck per la Meteorologia, solo per citarne alcuni.
Credetemi, uno spazio espositivo di oltre 11.500 m² che stupisce fin dal suo aspetto esterno!
Per maggiori info vi rimando al sito ufficiale.
Special thanks to Klimahaus press Office
Cosa vedere a Bremerhaven lo Zoo sul mare
Non sono di quelle persone che disprezzano gli zoo. E se posso contribuire con il mio biglietto alla quotidiana sopravvivenza degli ospiti di un giardino zoologico, ecco io lo faccio spesso e volentieri.
Di zoo nella mia vita ne ho visti ma, questo, piccolo, dalle architetture particolari e posizionato direttamente sul mare, mi ha piacevolmente stupita.
Credo che sia stata la prima volta in cui abbia visto lo sguardo di un animale “vivo” e non assolutamente annoiato.
Forse sarà la posizione invidiabile sul mare o il fatto che gli spazi dedicati siano ampi (talmente ampi che c’è una webcam posizionata in uno dei tre reparti orso polare per avvertire i visitatori sui suoi spostamenti), ma sofferenze e costrizioni davvero non ne ho viste.
Tra l’altro ho apprezzato tantissimo la scelta di ospitare soltanto animali che si trovino a loro agio a queste latitudini: niente giraffe, niente lemuri, niente criceti del Sahara. Finalmente ho visitato uno zoo con un percorso espositivo obbligato e non dispersivo (esatto, come l’Ikea) che porta a fare la conoscenza con tutti gli ospiti.
Lo Zoo Am Meer di Bremerhaven
Quando mesi fa prima di partire ho ricevuto il materiale promozionale di Bremerhaven, ho notato sulla brochure dello zoo i rassicuranti loghi delle associazioni mondiali ed europee a cui fanno capo gli zoo di tutto il mondo. Ed effettivamente dal vivo ho avuto la conferma e la percezione di uno zoo quasi “a gestione familiare” dove gli animali vivono in completo relax (attenzione NON NOIA).
Oggi grazie – o a causa – del web è facile essere sotto gli occhi e i giudizi di tutti, e questo discorso è valido più che mai per gli zoo dove una minima mancanza o sofferenza può essere segnalata e denunciata dai visitatori attraverso i social. E per fortuna non è il caso dello Zoo Am Meer.
Cosa fare a Bremerhaven: visitare lo Zoo sul mare
È presto, circa le 9 del mattino, e praticamente siamo stati i primi a varcare i cancelli. Un’addetta entra nell’area delle volpi artiche con del cibo, ma aspetta che noi ci allontaniamo per non disturbare il pasto delle timide volpacchiotte.
Io fingo di andarmene, ma ritorno sui miei passi acquattandomi per non farmi vedere, e la scena che scorgo è delle più tenere: la ragazza sussurra qualcosa alle volpi che piano piano si avvicinano e prendono il cibo prima dal vassoio e poi direttamente dalle sue mani.
I leoni marini sono di una vitalità pazzesca, tanto goffi sulla terraferma quanto missili e siluri in acqua. Giocherelloni e curiosi, questo ad esempio non la smetteva di roteare davanti al vetro un cencio di lana rosa. Quasi a dire ti prego gioca con me!
L’orso polare invece ha perso l’occasione della sua vita. Oh, quando glielo diranno che c’ero io in visita si pentirà per i secoli a venire di non essersi avvicinato al vetro!
Ciao Orso!
Avvicinati che ti faccio un autografo! 😛
Ma come? Torna qui… dobbiamo stare vicini-vicini!
I puma o leoni di montagna invece hanno dato vita ad un siparietto in stile commedia all’italiana.
Lui va da lei (la moglie), le fa due coccole traditrici e le dice: cara esco a comprare le sigarette.
Esce di casa e si dirige vero “l’altra”, l’amante.
Lui è sempre in vena di coccole, ma reo di non aver ancora divorziato dalla moglie, riceve una zampata dall’amante e viene cacciato.
Così mi vede e viene verso di me.
Attraverso il vetro gli sussurro “Fratè, oggi non c’è trippa per gatti?”
Credo che abbia letto e compreso il mio labiale. Si volta rassegnato, e come tutti i maschi comuni si svacca sul divano a guardare le corse delle moto.
Cosa vedere a Bremerhaven lo Zoo sul mare
Lo zoo è provvisto di piccola area ristoro, giochi per bambini e naturalmente pannelli espositivi didattici in quantità.
Il percorso è leggermente in discesa ed è fatto in modo che ai livelli inferiori il visitatore passi davanti alle vetrate delle vasche. In questo modo orsi, pinguini, foche e leoni marini si possono ammirare anche sott’acqua.
È doveroso precisare che nessun animale e soprattutto nessun’Orsa è stata maltrattata per questo reportage.
Anche qui vi rimando al sito ufficiale per maggiori info.
Special thanks to Zoo Am Meer Bremerhaven
Come arrivare a Bremerhaven
Dalla stazione centrale di Brema (nella foto) il treno regionale vi porterà in 30 minuti a Bremerhaven.
Da qui i bus urbani delle linee 502, 505 e 506 fanno la spola dal centro fino al quartiere sul mare Havenwelten.
Il biglietto per il bus costa 4,90 Euro a/r e si può acquistare a bordo dal conducente. Mentre per il biglietto ferroviario optate per un a/r in giornata per un costo di 12 Euro a persona.
Ma l’argomento cosa vedere a Bremerhaven non si esaurisce in una passeggiata sul mare, nel Klimahaus e nello Zoo sul mare.
Questa zona vanta tantissime cose da vedere come ad esempio un autentico peschereccio dei Mari del Nord visitabile, superbi vascelli-ristoranti, un U-Boot della Seconda Guerra Mondiale, il German Immigrant Experience Museum, musei marittimi, l’antico faro, centri commerciali, la veduta dall’alto dalla terrazza dell’Hotel Atlantic e tantissimo altro!
Per ogni altra info vi rimando al sito ufficiale dell’Ufficio del Turismo di Bremerhaven
Ma come riesci a trovare tutti questi posti curiosi??????
Ho capito come fare per assaporare i tot gradi sotto lo zero senza morire! Grazie per il suggerimento. E poi ormai dovresti averlo capito che io sono innamorata dei “giri nel mondo” quindi questo luogo,ops, questa concentrazione di luoghi fa proprio al caso mio.
Bellissimi i commenti sotto le foto. Parevo io quando mi approccio a comunicare con i micetti per strada, con tanto di stupore dei passanti che mi prenderanno di sicuro per scemunita. 😉
Ciao Daniela
Quando ho visto le foto su internet della tenda sul ghiaccio subito incuriosita mi sono informata sul Klimahaus. Quando poi ho visto di cosa si trattava ho deciso immediatamente di andare a visitarlo programmando la mattinata a Bremerhaven! E ho fatto benissimo!
I testi sotto le foto li ho presi da un documentario di SuperQuark! 😛
Ps: anche io parlo con i gatti 😉
È uno dei più bei reportage di viaggio che ho letto ultimamente . Ma hai fatto scoprire una parte di Germania, di cui non sapevo nulla. Posso ringraziarti?
Perché ti ho già accennato al fatto che vorrei fare la Via Delle Fiabe, per cui questa è una di quelle visite che non potrò perdere. Anche se con le fiabe non centra nulla. Però centra drammaticamente con la nostra vita.
Io ti appoggio in pieno Dani eh! Qui si sta sbagliando totalmente l’approccio. Non è con accuse ed allarmismi, che si sensibilizza la popolazione mondiale. Invece di tanti proclami, sarebbe bene aprire qualche sede supplementare di Klimahaus anche nel resto del mondo, per mettere le persone nelle condizioni di vedere e capire.
Devo anche dirti che, nonostante io non sia un’amante degli zoo, anzi li abolirei proprio, con questa struttura mi hai colpita. No, di più: mi hai convinta. Ora, ho riso col singhiozzo e mi sono dovuta nascondere per non farmi di chiudere, ma a parte questo sono rimasta a bocca aperta. Stupendo ogni angolo, belli allegri e vivaci gli animali, rispetto per la tipologia di creature e il clima del luogo…ma poi la scena della ragazza che porta il cibo alle volpi artiche?
Io ringrazio ogni giorno per l’esistenza dei blog, perché molte realtà nascoste è molti luoghi comuni, senza l’esistenza dei blogger resterebbero tali.
Detto ciò: occhio alle spalle !
PS: ma Orso non si è presentato perché cercava dei tortellini nel brodo?
Buona giornata Dani!
Claudia B.
Grazie Claudia! E’ vero i blog di viaggio ci permettono di viaggiare letteralmente insieme al blogger/alla blogger! Io stessa scopro in continuazione posti e città di cui ignoravo l’esistenza! Pensa che ho appena scoperto su instagram la città di Setenil…una cosa meravigliosa *_* che quasi quasi mi verrebbe voglia di vederla di persona…visto? Quando si dice influenzer!
Grazie per il bel commento Claudia! Buon fine settimana, un bacione!
Allora Orsa, devi smetterla di scrivere di questo tuo viaggio o mi metti nei guai.
Ne parlavamo anche l’altro giorno su whatsapp, avevi fatto venire a tutti una voglia pazzesca di visitare Brema… ed ora te ne esci con questo articolo??? Voglio partire subitoooo!!
Trovo interessantissimo il Klimhaus 8° e come dicevi te, un’esperienza unica al mondo. Dev’essere stranissimo passare per climi così diversi un così poco tempo!
Con lo zoo con me sfondi una porta aperta. Non parlo dei piccoli zoo dove gli animali sono quasi lasciati a marcire (è brutto da dirsi, ma purtroppo è così), ma quelli veri, dove i nostri soldi sono effettivamente usati per il benessere di quelle bestiole. Questo sembra davvero bellissimo, anche se sono indignata per come ti ha trattato il tuo “parente”!!! Io appena posso vado a quello di Praga. È enorme, tenuto egregiamente, e gli animali hanno tantissimo spazio. Avevo anche adottato un topino egiziano, ma da mamma snaturata non sono più andata a trovarlo 🙁
Un bacione!
Ma davvero parlavate di me su W.happ? Ecco perchè mi fischiavano le orecchie! 😀 😀
hahahh dai un altro po’di pazienza che devo ancora parlarvi di cosa vedere a Brema. E poi c’è l’articolo sul Boeing 😉
Poi prometto che la finisco 😛 Da quanto non lo vedi il topino egiziano? Avrà fatto 18 anni ormai, devi regalargli la patente hahahahah! 😉
Un bacio, buona domenica!
Ma che bello, Orsa! Non conoscevo assolutamente questa parte di Germania, il Klimahaus 8° Ost e lo zoo sul mare mi incuriosiscono moltissimo (l’esperienza climatica “sensoriale” dev’essere qualcosa di unico), grazie per avercene parlato e complimenti perché scovi sempre posti bellissimi, interessanti e di cui si parla troppo poco! 🙂
Esatto, un’esperienza sensoriale unica! E la percezione non è assolutamente quella di trovarsi in un luogo chiuso ma di essere davvero nel luogo ricostruito! L’Antartide per me è stato come tornare a casa! 😉
Grazie per essere passata Serena! 😉
No, vabbè…ma che posto meraviglioso è mai questo? Un Expo del clima, immagino…con un risultato sicuramente superiore a quello nostrano del cibo.
Certo, come tutte le cose avrà i suoi piccoli limiti da superare, ma immagino che l’esperienza sia stata davvero significativa.
Per quanto riguarda lo zoo sul mare, devo dirti che io da un po’ ne ho abbandonato l’idea: dopo essere stata in Africa, rifiuti categoricamente di vedere gli animali in habitat non naturali.
Però questo concetto di scegliere soltanto alcuni tipi di specie, lo apprezzo molto: mi era già capitato a Innsbruck, dove c’è l’Alpenzoo, dove puoi vedere soltanto animali alpini o, per lo meno, che siano familiari a quelle temperature…ed è stato molto bello! Quindi visiterei sicuramente anche questo!
Comunque è ufficiale: voglio andare a Brema (e dintorni). E subito!
E’ vero, quasi un Expo del clima hai proprio trovato la giusta metafora! 😉 Ho davvero apprezzato tanto la scelta di ospitare solo animali adatti al luogo/clima e ti credo che dopo l’Africa la vista di uno zoo non ti faccia impazzire. Per fortuna ci sono istituzioni e fondazioni coscienziose, spero che si allineino in ogni parte del mondo a queste linee guida.
L’Alpenzoo? Sono curiosa dopo vado a vederlo! Buona domenica :**
Avevo visto le fotografie sui social quando eri in Germania e già allora questa tappa del tuo viaggio mi aveva incuriosita tantissimo. In primo luogo per l’incontro con il mare del Nord: mi sembra di vederti mentre ti fiondi a toccare l’acqua e mentre il vento ti arruffa la pelliccia
Molto interessante anche il Klimahaus di cui non avevo mai sentito parlare. Chissà se esistono esposizioni simili anche qui in Italia? Sarebbe molto utile per capire quali conseguenze possono avere le nostre azioni quotidiane. L’effetto catastrofico in stile The Day After Tomorrow è una bella idea perché rende bene l’idea di quello che potrebbe succedere.
Sai che invece non vado allo zoo da quando sono bambina? Un po’ perché non mi viene mai in mente e un po’ perché temo che mi facciano pena gli animali “rinchiusi”, ma la tua testimonianza dimostra che non tutti gli zoo sono uguali. I puma – a parte i diverbi matrimoniali – mi sembrano molto rilassato. Imperdonabile però l’orso che non ha accolto a dovere i parenti in visita dall’Italia
Un bacione
Mhh credo di no Silvia, però non sarebbe male l’idea di costruirne delle filiali in diverse zone del mondo, proprio per permettere a tutti un’esperienza sensoriale formativa. Tra l’altro mi spiegavano che per mantenere la struttura e ricreare i climi delle 9 zone il Klimahaus ha un sistema capace di non emettere CO2 extra nell’aria…guarda cosa sono stati capaci di realizzare lassù! 😉
Imperdonabile davvero l’orso hahahah! 😛
Buona domenica e un bacione anche a te!
Orsa, ma quante cose nuove mi fai scoprire!!! la Klimahaus è veramente interessante, uno di quei musei innovativi e interattivi che mi piacciono tanto. E soprattutto questo mi sembra veramente utile anche per sensibilizzare un po’ i visitatori.
Per quel che riguarda lo zoo… Se mi dici che hai visto gli animali tranquilli, rilassati e senza costrizioni ci andrei a fare un giro!
Ti dico un segreto, sai qual è il mio animale preferito? L’orso polare! Lo trovo così tenero, e dolce, e coccoloso. Lo so, lo so, è grande e grosso, ma correrei ad abbracciarlo. (ti giuro che non sono ubriaca alle 12.00 del mattino). Già mi ci vedo con il naso incollato al vetro ad aspettare il passaggio del batuffolo bianco lungo 3 metri! 🙂
Esatto poi era anche molto ben fatto, con scenari ultrarealistici *_* Ahhh ti piace la mia specie allora?! 😉
Se un giorno dovessimo incontrarci ti permetterò sicuramente di abbracciarmi! 😉
Grazie per essere passata Stefania, buon WE!
Ma che splendido reportage e che chicche che hai scoperto! Il Klimahaus è un luogo in cui mi piomberei a fionda tanto lo hai reso interessante e penso sia uno dei modi migliori per attirare l’attenzione su un argomento vitale come la tutela dell’ambiente.
Quanto allo zoo, come te anche a me non dispiacciono e se sono così organizzati e con un’attenzione nei confronti degli animali di questo livello non potrei che apprezzarlo.
Passano secoli ma né i puma, né gli uomini in generale, hanno ancora capito le donne eh?
Un bacione
Erica
Graziemille Erica credo che ti piacerebbe tantissimo, sia l’approccio formativo/sensoriale del Klimahaus che la gestione del piccolo Zoo sul mare!
Ahhh…gli uomini! 😛
Grazie per essere passata, ti auguro buon fine settimana!
Orsa sei una continua scoperta!!! Io neanche conoscevo Bremerhaven (si, sono ignorante!).
Non sono amante degli zoo, al contrario di te, cerco sempre di evitarli ma da come hai descritto lo zoo sul mare sembra che i suoi “abitanti” non se la passano affatto male. Ma Orso non era geloso mentre adocchiavi il buon Orso polare? Eh! Eh!
Il Klimahaus 8° Ost invece mi ha colpita davvero tanto, questi musei interattivi coinvolgono oltre alla mente, anche il corpo!
Un bacione grande grande :*
Cris ma guarda che anche io la ignoravo prima di organizzare per Brema! 😉 Il guaio è che quando poi cominci ad allargarti a raggiera intorno ad una destinazione non la finisci più….ah c’è questo…c’è quell’altro…ma guarda com’è bello questo posticino a soli 200 km dal nostro hotel e così via. Come si fa? 😀 Pensa che da Bremerhaven partivano dei traghetti giornalieri per delle isole stupende in mezzo al mare del Nord…mi ha pianto il cuore quando le ho voste sulle brochure, avrei preferito ignorarne l’esistenza 😀 😀
Grazie per i complimenti Cris, un bacione grande grande anche a te :**
Danielaaaa! Bellissimo reportage! 🙂 Ho visto la mail e sono subito venuto a vedere. Mi piace molto l’esperienza sensoriale che hai vissuto, diversi ambienti, diversi climi. Anche io mi sarei lasciato trasportare dalle varie situazioni!
Certo che anche tu potevi salvare la foresta pluviale, ma hai preferito provocare uno tsunami! Sei un danno 😀
E anche lo Zoo sul mare è interessantissimo. Cosa si è perso quell’orso.. quando mai avrà la fortuna di incontrare di nuovo un’orsa umana? 🙂
Non sapevo nulla di questo posto, ma di certo è da prendere in considerazione! Dista poco da Brema.. è fattibile! Spero quando andrò da quelle parti di farci un salto, anche se a dire il vero sono un pò scettico, dato che vorrei inserire anche Lubecca e Amburgo nel viaggio.
In ogni caso, grazie per questa scoperta.
Un bacio, Pietro
Grazie Pietro! Eh ma lo tsunami era mirato in un preciso posto in un preciso momento hahahah 😉
Si, dista pochissimo davvero 30 minuti di treno + 10 di autobus urbano. Però se devi inserire anche Lubecca e Amburgo ti servono più giorni! Calcola che nel Klimahaus ci vogliono almeno tre orette buone!
Ma grazie a te Pietro, buon finesettimana! 😉
Oddio che cosa spettacolare che mi hai fatto conoscere. Non chiedermi come mai perchè è una di quelle associazioni di idee assurde che il cervello non si sa bene per quale motivo le faccia, ma, ripeto non so perchè, non avevo mai pensato al fenomeno della migrazione da parte dei tedeschi. Bah, mi hai illuminata…pensa quanto ci vuole poco ahaha. A parte ciò, ma che figata di posto è quello? Dev’essere un viaggio sensoriale unico, una cosa del genere dovrebbe essere meta di pellegrinaggio per tutte le scuole del mondo. Anzi, per i bambini, soprattutto, accompagnati dai genitori. Il problema, secondo me, è che tutto ormai sembra essere un videogioco, condizioni climatiche comprese, e la gente non si rende conto che uragano oggi, siccità domani, alluvione il giorno dopo, su questa terra rimarrà una specie sola: e purtroppo saranno le blatte!
Unico Marghe davvero unico, soprattutto la botta di calore nella foresta pluviale 😛
Nemmeno io ci avevo mai pensato sai alla migrazione teutonica! E invece è stata davvero massiva sia nel Nuovo Mondo che in Australia e Oceania. E Bremerhaven era per loro il punto di partenza. Vero quello che dici, lo stiamo vivendo proprio in questi giorni di caldo memorabile.
Hahahah le blatte dici? Io ci aggiungo anche i politici: come si riciclano e sopravvivono quelli neppure la peggior specie di batterio! 😀
Buon fine settimana 😉
Ma che figata di gita hai fatto! Brema mi interessa sempre di più anche grazie a questo tuo meraviglioso reportage! E posso dirti? I tuoi commenti sotto le foto degli animali mi hanno fatto sbellicare…
Vero Alessia una figata e rimpiango di non aver visto il resto perchè c’era tanto altro!
Allora devi ritornare quando posto l’articolo su cosa vedere a Brema, credo che capitolerai definitivamente 😉
Hahahha sotto le foto degli animali si sentiva la voce in sottofondo della compianta buonanima di Claudio Capone? 😀 😀
Ti abbraccio 😉
Mi darò la zappa suoi piedi (per la mia profonda ignoranza) ma ho dovuto leggere fino in fondo il tuo articolo per localizzare geograficamente Bremerhaven.
Dopo questa autoflagellazioneeee, mea culpa e via crucis annessa, devo dire che mi hai fatto conoscere una località incredibile e poi vuoi mettere il “giro del mondo fra i climi”. 😉 Pazzesco. Grazie per aver condiviso questo preziosissimo articolo.
Grazie a te per aver letto e apprezzato Lilly! Aver fatto il giro del mondo fra i climi è stato meraviglioso ma poi il pensiero di condividerlo con voi una volta tornata a casa mi fa sembrare di essere tutti seduti intorno al fuoco per raccontarci le esperienze di viaggio.
Oddio no con questo caldo forse intorno al fuoco non è il caso…. 😛
Ciao! :**
Anche io non sapevo proprio dove fosse questa città, ma mi ha affascinato estremamente il modo in cui ne hai parlato e la possibilità di fare un’esperienza come quella del Klimahaus.
Oddio, è vero che d’estate quando entro ed esco da un supermercato mi metto il giacchetto perché caldo/aria condizionata/caldo non sono per me un’accoppiata vincente ed ho sempre paura di prendermi qualche malanno…figuriamoci in un luogo dove cambi clima 9 volte in pochi minuti! ahahahah
Ok, andrò a visitarlo ed entrerò con 10 strati di vestiti.
Ci vorranno molto più di pochi minuti per visitare questo luogo! :’D
Bello anche lo zoo sul mare… una vera e propria scoperta!
La colpa è dei supermercati che tengono il climatizzatore a manetta! 😀
Allora prima di entrare nella zona artica ci siamo fermati un attimo per indossare i giubbetti, passa una coppia vestita (svestita) tipo in spiaggia. Noi gli indichiamo di coprirsi per il freddo polare e loro con uno sguardo truce tipo “lèvate che mò entriamo noi” ci passano davanti con fare scocciato ed entrano….due-secondi-due e riescono senza fiato passando oltre hahahaahh!
Si molto più di pochi minuti, almeno tre ore buone e se siamo scattatori compulsivi di foto anche di più! 😉
Buon fine settimana Lu, un bacio!
Chissà come mai proprio a Santa Maria di Castellabate lo tsunami ? 😉 A parte gli scherzi non conoscevamo Bremerhaven ne tantomeno il suo zoo e il Klimahaus . Apprezziamo molto i musei interattivi, questo in particolare oltre alla bellezza di sperimentare climi diversi nel giro di pochissimo tempo , permette di imparare svagandosi, ed è un dei modi migliori per acquisire informazioni e consapevolezza.
Mah? Chissà come mai?! Dite che lo tsunami è troppo poco? Possono sopravvivere? Allora riprovo col Vesuvio che dista solo pochi chilometri 😀 😀
Solitamente non amo i musei interattivi ma questo li supera concettualmente e nella realizzazione degli spazi espositivi *_*
Grazie Lemuri!
Figata il World Future Lab, dovrebbero rinchiudere dentro per un’intera giornata un famoso politico mondale, date le sue cavolate sui cambiamenti climatici. Ma senza fare nomi, eh 😀 molto interessante la visita, normalmente non impazzisco per gli zoo ma qua gli animali sembrano avere più libertà di movimento rispetto ad altri giardini zoologici in giro per il mondo! Un abbraccio!
hahahah oddio Giulia chissà cosa potrà mai combinare! Per fortuna sarebbe solo una simulazione ma il pensiero che nella vita reale abbia nelle sue mani “la valigetta” mi inquieta non poco 😀
Ti abbraccio anch’io! 😉
sono sempre molto scettica sugli zoo ma finalmente mi sembra di vedere che qualcosa sta cambiando. mi sembra che qui si faccia molta attenzione al loro benessere, nonostante la cattività…
http://www.audreyinwonderland.it/
Ciao Amrita piacere di vederti qui!
Esatto la chiave è proprio quella: attenzione al benessere nonostante la cattività. Certo le due cose sembrano non viaggiare di pari passo quando si parla di specie particolari ma almeno il buon senso di scegliere “ospiti” adatti al clima/latitudine mi sembra il minimo! Questo significa che un bimbo del Nord Europa non potrà mai vedere dal vivo un leopardo o una giraffa ma pazienza! Per quello c’è il buon Piero Angela 😛
Grazie per essere passata!
Davvero interessante e pieno di informazioni utili questo post!
Graziemille Federica! 🙂
Dove c’è l’orsa ci sono sempre luoghi inusuali!
Si dovrebbero portare le scuole in luoghi come questi per sensibilizzare le nuove generazioni ai cambiamenti climatici. Ci porterei davvero volentieri le mie nipotine e condurle anche in uno zoo dove non sentirmi a disagio nel portarle (le portiamo sempre allo zoo, so che non dovrebbero esistere questi luoghi ma pensò che le bimbe debbano sapere che ci sono specie animali che stanno scomparendo a causa della follia umana) mi farebbe sentire meglio. La Germania del Mar Baltico l’ho vista e ora non mi dispiacerebbe affatto riuscire a scoprire la parte sul Mare del Nord. Il pensiero c’è sempre. Spero sempre in un diretto da Bari
Ciao Simona! Ma infatti a parte il discorso scuole, ce ne vorrebbero di più in giro per il pianeta di questi musei dalla mission “a monito di”! E’ stata un’esperienza davvero unica e ogni tanto io stessa riguardo le foto per ricordarmene! Sulla questione zoo anche io non sono tra quelli che non ci vanno per partito preso. Il mio ragionamento è che ormai ci sono, esistono e se posso contribuire con il mio biglietto alla sopravvivenza degli ospiti ma perché no?! Ovviamente mi è capitato di visitare zoo che lasciamo perdere…da velo pietoso. Semplicemente oscuro l’argomento scegliendo di non parlarne sul blog ma quando la realtà ha un riscontro positivo ne parlo più che volentieri. Mi hai detto che spesso sei stata un utente del nostro Napoli Capodichino, se proprio non arriverà il diretto da Bari approfitta del Napoli-Brema così cogli l’occasione per papparti una bella sfogliatella (o un babà) 😉
Ti abbraccio, buona serata e grazie infinitamente per leggermi!
Bellissimi luoghi visitati diversi anni fa. Un luogo da visitare in ogni stagione, in quanto ognuna di esse regala colori fantastici che sono caratteristici di questo posto.